MosaicoA Montagnana il 7 e 8 c’è il meeting del Gruppo Missioni Africa. Si parla di indifferenza, solidarietà e cura dell’altro. Sabato concerto di Erica Boschiero
Attori attivi nella ricerca di una nuova umanità: con questa intenzione prende avvio l’annuale convegno del Gruppo Missioni Africa di Montagnana, in programma domenica 8 settembre dalle ore 11, dopo il termine della santa messa. Tra le varie attività proposte nel corso della giornata per conoscere la realtà africana, il meeting intitolato “Una nuova umanità con le nostre mani” che accoglierà sul palco l’esperienza trentennale dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati Alessandra Morelli, protagonista poi nel pomeriggio della presentazione del suo libro Mani che proteggono. «Partendo dalla sua attività a contatto con le popolazioni più abbandonate in Myanmar, Sri Lanka e Niger cercheremo di capire se la nostra ospite abbia trovato qualche traccia di una umanità diversa», spiega il presidente di Gma padre Vitale Vitali. Accanto a questa indagine, poi, spazio anche al desiderio di coinvolgere ciascun uditore a diventare promotore di una solidarietà concreta, grazie alla testimonianza del mediatore culturale Mahamat Wardougou Koche e di alcune socie del Gruppo Missioni Africa. «Lanceremo nuovamente l’idea di donare alla gente in difficoltà un animale da allevare, un piccolo gesto che evidenzia però come ciascuno possa fare qualcosa di concreto – continua il presidente – L’indifferenza è la malattia micidiale del secolo, dove tutti desiderano qualcosa, tipo la pace, ma nessuno agisce per raggiungere l’obiettivo. L’unica persona che ci può indicare la strada da percorrere è Gesù quando ci invita ad aprire il nostro cuore e a condividere la sofferenza del mondo». Cooperare assieme ai bisognosi per dare loro un futuro migliore è ciò per cui il gruppo montagnanese lavora da cinquant’anni nel territorio africano: «In Etiopia, ad esempio, abbiamo aperto oltre trecento aule scolastiche nei vari villaggi, proprio perché crediamo nella necessità di partire dagli aspetti basilari come l’istruzione, o nell’introdurre le persone all’allevamento o ad altre attività. Bisogna cominciare da questi bisogni, specialmente in un paese molto giovane anagraficamente come l’Etiopia, per curare oggi le ferite che porterebbero altrimenti ad un futuro dai risvolti negativi. Parliamo spesso di Paesi sfruttati e abbondati dove il mancato avvento di una nuova umanità spinge i ragazzini a chiedere a chi arriva lì con una valigia di essere portati via da una situazione senza futuro». «Illuminare queste realtà è il primo passo per camminare verso una nuova umanità che pur sembrando un sogno utopistico – conclude padre Vitali – ci apre a nuove relazioni e a un nuovo modo di essere». Il programma inizia già sabato con il concerto in piazza alle 21 di Erica Boschiero. Info su gmagma.org
