Mosaico
È il battesimo il tema della mostra “Rigenerati nella speranza. Il Battistero, i segni, i doni” inaugurata il 25 giugno al Museo diocesano di Padova che rimarrà aperta al pubblico fino all’11 gennaio 2026, festa del Battesimo di Gesù e che si propone al pubblico in continuità alla visita del vicino Battistero della Cattedrale, scrigno d’arte e di fede che porta la firma di Giusto de’ Menabuoi ed è patrimonio Unesco. Una mostra che si inserisce in un percorso ben più ampio, il progetto nazionale collegato al Giubileo “Nel tuo nome. L’arte parla di comunità”, a cui hanno aderito 75 Diocesi italiane, orientato a evidenziare e valorizzare l’impegno della comunità nella conservazione, valorizzazione e trasmissione dei beni culturali ecclesiastici. E dall’altro lato vede un’unità d’intenti tra le Diocesi della regione ecclesiastica Triveneto che hanno scelto di lavorare insieme su un’iniziativa integrata Mab (Musei-Archivi-Biblioteche) concentrando l’attenzione su due elementi – il Battistero e la Cattedrale – e proponendo nell’insieme ben dodici esposizioni diverse nelle dodici Diocesi che hanno aderito.
«“L’arte parla di comunità” è uno slogan molto credibile nel nostro territorio – illustra Andrea Nante, direttore del Museo Diocesano e curatore della mostra insieme a mons. Stefano Dal Santo, responsabile dell’Archivio diocesano e della Biblioteca capitolare – perché abbiamo sempre cercato di far comprendere come il patrimonio storico artistico sia legato a una comunità, non solo cristiana, ma allargata. Il progetto della regione ecclesiastica Triveneto, in modo abbastanza unico ed eccezionale, ha cercato, di aderire all’iniziativa nazionale scegliendo il tema del battesimo. Il tema del dono è quello che viene indagato e questo stesso patrimonio ci viene offerto, ci viene lasciato proprio come dono perché sia trasmesso alle future generazioni. Ma c’è stato dato come dono anche perché, insieme alla Parola, è stato pensato per raggiungere le persone nel loro vissuto, nella loro quotidianità. Nella mostra ci sono testimonianze che sono prevalentemente codici antichi, codici manoscritti che la Chiesa di Padova ha in adozione, ha usato nelle Riforme che si sono avvicendate. Preziosi documenti che ci conducono proprio nella storia». Il visitatore segue un percorso composto di opere, documenti, suppellettili liturgiche, manoscritti e antichi documenti esposti straordinariamente per l’occasione.
Insieme al celebre Crismino, un calamaio di epoca bizantina (11° secolo) probabile dono del vescovo Pietro Donato al Capitolo dei Canonici, e altri oggetti antichi utilizzati nei secoli dal sacerdote durante il rito battesimale, sono esposti libri liturgici usati nella Cattedrale tra il Tre e il Quattrocento, tra cui codici manoscritti, pontificali, antifonari. E ancora: miniature raffiguranti il battesimo di Gesù e san Prosdocimo, primo vescovo di Padova e primo battezzatore nella città euganea; antichi registri di battesimo provenienti dalle parrocchie cittadine e del territorio, oggi conservati nell’Archivio storico diocesano. «Abbiamo scelto dei testi – sottolinea Nante – che in qualche modo sono davvero delle pietre che compongono la nostra Comunità. Ricordiamo che il Battistero di Padova, soprattutto nel Trecento è un luogo pubblico, prima ancora che sia il mausoleo della famiglia Carrarese è il luogo in cui la comunità cristiana non solo si ritrova in determinate occasioni liturgiche, e dove si diventa cristiani, si impone un nome, l’identità personale corrisponde a un’identità civica, quindi un luogo aperto alla comunità pubblica. Con le registrazioni dei primi nati, a partire dal 1564, possiamo ricostruire anche la nostra stessa storia, chi ci ha preceduto nelle nostre famiglie». La mostra è visitabile negli orari di apertura del Museo diocesano con il biglietto di accesso al museo o al museo e Battistero.