Fatti
Nel rispetto della Costituzione. Gruppo Zanzotto, docenti e urbanisti a tutela dell’ambiente
In onore del poeta di Pieve di Soligo, azioni concrete per i beni paesaggistici
FattiIn onore del poeta di Pieve di Soligo, azioni concrete per i beni paesaggistici
«Oggi siamo alla mancanza del limite e alla caduta della logica, sotto il mito del prodotto interno lordo: che deve crescere sempre, non si sa perché. Procedendo così, la moltiplicazione geometrica non basterà più ed entreremo in un’iperbole, che ho sintetizzato in un aforisma di tre versi: “In questo progresso scorsoio, non so se vengo ingoiato, o se ingoio”». Nell’impossibilità di racchiudere il pensiero dell’ecopoeta Andrea Zanzotto, il suo ossimoro ed eloquente «progresso scorsoio» è quello che la società, vittima e carnefice, oggi sta vivendo/subendo. Continui “attentati” all’ambiente e in sua difesa, lo scorso 19 gennaio, ha preso forma a Padova il Gruppo Zanzotto, composto da urbanisti, giuristi, docenti universitari e promotori di comitati che si sono opposti ai progetti urbanistici invasivi che stanno attanagliando il Veneto. Il gruppo vuole essere un “pronto soccorso” per i cittadini spesso inermi di fronte a progettualità invadenti o che chiedono aiuto per verifiche urbanistiche ed eventuali modalità di azioni interdittive: «Gli enti locali, e anche gli enti garanti come i Parchi denotano una clamorosa insensibilità per il paesaggio, violando in modo clamoroso un valore costituzionale supremo – sono le parole del costituzionalista Maurizio Malo, docente di Diritto europeo dell’ambiente e di princìpi e regole per la tutela del patrimonio culturale, nell’Università di Padova – Il nome dell’associazione crea un ideale legame con il poeta Zanzotto, una tra le più alte voci del nostro tempo, tesa a stigmatizzare la rozzezza e l’inciviltà di uno sviluppo che non si cura del valore paesaggistico. Così diceva: “La distruzione del paesaggio è per me un lutto terribile. Bisogna indignarsi e fermare lo scempio che vede in ogni area verde rimasta un’area edificabile”». A breve il gruppo si doterà di un sito dove poter fornire un quadro sui fronti aperti e le discipline giuridiche del settore; strumenti, insomma, da impugnare per contrastare opere di cemento e abbattimento di aree verdi. Infine una provocazione del docente: perché Padova non ha mai pensato a un viale ciclabile che arrivi fino ai Colli? Oppure direttamente il tram?