Fatti
“Next to me – Reti di vicinanze”. Alloggi sfitti per chi è senza casa
“Next to me - Reti di vicinanze” è il progetto che con i fondi europei per Fami aiuta chi cerca un affitto, ma non è abbastanza povero per l’edilizia popolare
“Next to me - Reti di vicinanze” è il progetto che con i fondi europei per Fami aiuta chi cerca un affitto, ma non è abbastanza povero per l’edilizia popolare
P romette di essere una svolta nell’approccio al problema della casa il progetto “Next to me – reti di vicinanze”, promosso dal Comune di Padova in rete con Abano, Cadoneghe e Montegrotto, la Prefettura e l’Università di Padova, numerose realtà del terzo settore, la Diocesi di Padova e le agenzie immobiliari. A stimolare l’iniziativa è la possibilità di accedere a 450 mila euro di fondi europei messi a disposizione per il progetto Fami (asilo, migrazione e integrazione) del Ministero dell’Interno per far incontrare la disponibilità di alloggi sfitti con la domanda di case che la crisi pandemica ha acuito. «Essere senza casa è un dramma che abbiamo il dovere di contrastare in tutti modi possibili» ha ricordato il sindaco di Padova Sergio Giordani che ha fortemente creduto nell’iniziativa che si è attivata come una rete di professionalità condivise. «Interveniamo per dare risposte a quella “fascia grigia” di persone che non hanno i requisiti per l’edilizia popolare, ma nemmeno la capacità economica per confrontarsi con il libero mercato» spiega il coordinatore di progetto Tiziano Pennacchi, presidente della cooperativa capofila Il Sestante.
«L’intervento riguarderà complessivamente 21 nuclei familiari, 12 residenti a Padova, tre ciascuno ad Abano, Cadoneghe e Montegrotto, accompagnati a prendersi carico con responsabilità dell’alloggio che viene loro proposto e sostenuti inizialmente con una quota dell’affitto. Fin dall’avvio si progetta il graduale passaggio all’autonomia nella gestione dell’alloggio e nel pagamento del canone». Diverse le tipologie di contratto che possono essere messe in atto. Una prevede la copertura totale del canone per i primi sei mesi di contratto, del 75 per cento dal settimo al nono mese, del 50 per cento per altri tre mesi fino al passaggio completo a carico del locatario. Gli inquilini saranno supportati per creare legami positivi con i vicini e imparare a mediare eventuali conflitti. Fondamentale il supporto degli agenti immobiliari che possono farsi intermediatori: «Il nostro contributo serve a dare fiducia a quanti metteranno a disposizione il loro alloggio – assicura Gianni Bacco, agente immobiliare – perché i proprietari non cercano solo un canone, ma anche la sicurezza di chi entra nelle case».