Mosaico
“Impara a darti tempo” e una metamorfosi: due elementi trovati su un cartello in una scuola del Cairo hanno convinto il giovane docente del Don Bosco di Padova Nicolas Guaraldo – originario di Borgoforte, frazione di Anguillara Veneta – a trasformare il suo diario missionario in un libro. Ora Il cielo sopra Il Cairo (Edizioni Proget, 116 pagine) è pronto per portare proprio nelle aule della scuola salesiana quelle tracce di umanità incontrate dal prof. in Egitto, nella convinzione del loro significato e attualità anche a chilometri di distanza. «A differenza delle emozioni quotidiane che appunto da quattro anni in una serie di diari privati, le pagine del viaggio raccontano un’esperienza non solo personale ma capace di parlare, ad esempio, a chi esita a partire per una missione, ritiene di non avere nulla da offrire o ha smesso di credere alla possibilità di un cambiamento – spiega Guaraldo – Come recitava quel cartello nella scuola, noi siamo chiamati a volare e raggiungere i nostri sogni come fossimo farfalle, trasformazione finale di un bruco attraverso diverse fasi che possiamo riempire e rendere fruttuose attraverso sguardi, incontri e silenzi».
Dopo aver scoperto proprio nella scuola dove insegna religione la possibilità di compiere viaggi missionari promossi dal Movimento giovanile salesiano dell’Ispettoria del Triveneto, lo scorso luglio Guaraldo ha intrapreso così quell’esperienza a cui aspirava da diversi anni e si è così ritrovato nella capitale egiziana diviso tra l’insegnamento dell’italiano al mattino e la conoscenza pomeridiana di storie e volti del posto. «Gli incontri più belli sono legati a degli sguardi avvenuti per le strade del Cairo, capaci di trasformare il mio modo di guardare – afferma emozionato – Ricordo in particolare nel “quartiere dell’immondizia”, dove la gente vive tra la spazzatura, una bambina sdraiata sopra un sacco con lo sguardo assente. Ho capito in quel momento che non potevo più limitarmi a guardare, ma dovevo imparare a farmi toccare: smettiamo di essere umani quando non vediamo il dolore altrui. Nei giorni successivi una bambina dai vestiti sporchi mi ha regalato un biscotto mostrandomi il significato più profondo del dono e come l’amore vero non abbia paura di perdere».
Da queste situazioni sono nate domande e convinzioni che ora Nicolas è pronto a condividere anche con i giovani del Don Bosco in due testimonianze mattutine (l’11 novembre alla secondaria di primo grado e il 13 alle superiori) in cui far conoscere un’esperienza che va oltre al suo ruolo di docente ma al tempo stesso rafforza l’impegno quotidiano accanto agli alunni: «Porto con me la certezza che la povertà più grande sia l’assenza di amore e, alla fine, il mio ruolo di educatore con i ragazzi si orienta proprio nel colmare questa povertà credendo in loro anche quando per primi non lo fanno. Con queste presentazioni desidero ribadire il motto che dico sempre loro: “siete Vangelo e, come tutti noi, una buona notizia per l’altro”».