Fatti
Non più Bassa Padovana, bensì Padova Sud, estendendo anche a questa porzione della provincia la Zona logistica semplificata (Zls) che attualmente interessa Venezia e Rovigo: una proposta nata da un confronto a più voci con i sindaci di Conselve, Este, Monselice e Montagnana. Nell’ambito della Fiera di sant’Agostino, a Conselve, si è infatti svolta giovedì 28 agosto una tavola rotonda dal titolo “Imprese, territorio, futuro: un confronto per l’area di Padova Sud”, promossa da Confapi Padova, che ha riunito amministratori locali, rappresentanti del sistema bancario e imprenditori per delineare una strategia condivisa di rilancio del territorio, con l’obiettivo di intercettare risorse e costruire progettualità ad alto impatto. Un’area importante anche a livello economico: sono circa 2.200 le imprese qui attive, con una forte concentrazione nei settori della meccanica, dell’agroalimentare e della logistica. Tuttavia, la carenza di infrastrutture e la frammentazione amministrativa rappresentano ostacoli strutturali alla crescita, cui si aggiunge anche il termine “Bassa”, che a volte ha una connotazione deteriore, tanto che Giampiero Beltotto, giornalista che ha condotto la serata, ha suggerito di riferirsi al territorio con il termine “Padova Sud”. E in tal senso, il vicepresidente di Confapi Padova Franco Pasqualetti ha proposto l’estensione della Zls a Padova Sud, le cui imprese potrebbero trarre giovamento da semplificazione amministrativa, incentivi fiscali e istituzione di zone franche doganali per le attività di import-export, facendo da traino anche per l’area polesana. Una proposta che è stata subito accolta da Umberto Perilli, sindaco di Conselve: «Nel Rodigino la Zls stenta a decollare, ma se la colleghiamo al Padovano, dove è presente un tessuto imprenditoriale solido, può avere nuovo impulso. Non sarebbe un fuoco di paglia che si spegne ma un volano straordinario per la nostra economia». La sindaca di Monselice Giorgia Bedin ha evidenziato l’urgenza di fare sistema, sollevando un tema cruciale in vista delle prossime elezioni regionali: «Dobbiamo superare i confini amministrativi e costruire una rete di Comuni che condividano obiettivi e strumenti: il territorio ha fatto passi avanti, ma deve farne molti altri».
Il primo cittadino di Montagnana Gian Paolo Lovato ha parlato «di identità territoriale come leva economica: investire nelle nostre eccellenze significa generare valore e occupazione, ma spesso dobbiamo contare sulle nostre sole forze, penso alla situazione della Strada statale 10 Padana inferiore». Un tema che ha trovato pieno sostegno dal sindaco di Este Matteo Pajola: «L’idea di allargare la Zls ai Comuni della Bassa ha senso, l’importante è che non siano soluzioni temporanee. Più che di soluzioni “assistenziali”, infatti, il territorio ha bisogno di misure strutturali. Dico sì a una proposta che vada in questa direzione, fermo restando che, prima di tutto, per attrarre investimenti serve un potenziamento delle infrastrutture esistenti».
Spazio anche alla questione credito, sempre molto sentita dalle imprese. Il vicepresidente Leonardo Toson ha confermato l’impegno della banca di credito cooperativo Bcc Veneta, con i suoi 160 mila clienti, gli oltre 30 mila soci, i 10,3 miliardi di masse amministrate, tra le più grandi banche dell’intero Gruppo Bcc Iccrea: «Il nostro ruolo è accompagnare le imprese e i Comuni in percorsi di sviluppo sostenibile». Sul palco di Conselve, il vicepresidente vicario di Confapi Padova, con delega allo sviluppo per Padova Sud, Giovanni Manta ha infine tracciato una roadmap operativa: «Confapi è pronta a promuovere un’intesa programmatica che metta a sistema le esigenze di imprese e Comuni, con obiettivi misurabili e accesso coordinato ai fondi nazionali ed europei. Il messaggio è chiaro: le imprese chiedono infrastrutture, regole semplici e interlocutori certi. Confapi continuerà a lavorare per trasformare questo confronto in progetti concreti».
Le sigle sindacali del Triveneto (Sappe, Sinappe, Osapp, Uilpa, Uspp, Fns-Cisl) denunciano la grave carenza di organico della polizia penitenziaria. Al distretto sono state assegnate solo 30 unità dal 185° corso di formazione, un numero considerato «una provocazione» a fronte di fabbisogni ben più alti. «Il Triveneto è da anni vittima di una cronica sotto-dotazione organica – si legge nel comunicato – aggravata da nuove aperture, ristrutturazioni e ormai orari di servizio programmati su tre quadranti a 8 ore che richiedono risorse ben superiori. Il risultato? Istituti al collasso, personale allo stremo, e diritti alla mobilità negati». Le organizzazioni sindacali chiedono almeno 200 agenti in più, una revisione trasparente dei criteri di assegnazione e l’apertura urgente di un tavolo di confronto. In mancanza di risposte concrete, annunciano iniziative di protesta a tutela del personale.