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Speciali | Collaborazioni Pastorali

giovedì 26 Giugno 2025

Nuove collaborazioni pastorali. Si compie così un cammino lungo un anno

Come siamo arrivati a comporre le Collaborazioni Pastorali: criteri, ascolto, ruoli e compiti
don Leopoldo Voltan

La presentazione e l’ufficializzazione delle 47 Collaborazioni Pastorali è frutto di un lungo percorso che provo a riassumere, con memoria grata e con sguardo fiducioso nel futuro. L’avvio del cronoprogramma. A ottobre 2024 si è avviato, con una buona fedeltà al cronoprogramma presentato un mese prima, l’iter attuativo del Sinodo diocesano, con la riflessione sulle Collaborazioni Pastorali. La Bozza contenuta nella Lettera post-sinodale di febbraio 2024 è stata rivista una prima volta a settembre, recependo alcuni cambi sollecitati immediatamente dalle parrocchie. La riflessione sulle Collaborazioni Pastorali si è realizzata tramite alcune schede predisposte dalla Diocesi. L’adesione delle parrocchie è risultata notevole dal momento che sono state compilate 436 Schede 2 (Valutiamo in ogni parrocchia la Collaborazione Pastorale) e tutte le 51 Schede 3 (Valutiamo con tutte le parrocchie coinvolte la Collaborazione Pastorale). La qualità del lavoro nelle singole parrocchie e nelle Collaborazioni Pastorali, lo definirei a intensità variabile. In ogni caso vorrei sottolineare due elementi di valore: in tutte le parrocchie è avvenuta una buona conoscenza iniziale delle proposte del Sinodo e c’è stato il desiderio di portare il proprio apporto sulla proposta delle Collaborazioni Pastorali.

Ulteriori revisioni in alcune Collaborazioni Pastorali. Il vescovo e i vicari hanno accompagnato i passaggi nelle Collaborazioni Pastorali, seguendo quelle più dibattute. In queste l’esito a volte ha confermato la Bozza rivista, altre volte l’ha riformulata, arrivando al cambio di Collaborazione Pastorale per alcune parrocchie. In alcune occasioni sono stati ascoltati anche i sindaci. Si può dire che la fase di ascolto è stata curata e non disattesa, raccogliendo le indicazioni motivate delle varie parrocchie e Collaborazioni Pastorali. Queste le Collaborazioni in cui sono avvenuti passaggi, sia di conferma che di revisione: C.P. 3 (Lusiana); C.P. 8 (Romano, Crespano); C.P. 13 (Dolo); C.P. 15 (Camponogara) e C.P. 16 (Campolongo Maggiore); C.P. 18 (Legnaro); C.P. 24 (Conselve) e C.P. 25 (Agna); C.P. 30 (Este) e C.P. 31 (Ospedaletto Euganeo); C.P. 32 (Montagnana) e C.P. 33 (Casale di Scodosia); C.P. 34 (Rubano) e C.P. 35 (Selvazzano); C.P. 37 (Teolo) e C.P. 38 (Bastia, Vo’); C.P. 44 (S. Giuseppe 1) e C.P. 45 (San Giuseppe 2); C.P. 46 (Arcella 1) e C.P. 47 (Arcella 2).

Le domande poste maggiormente durante l’iter attuativo. Credo sia importante recuperare le domande ricorrenti che hanno caratterizzato il cammino verso le Collaborazioni Pastorali.
◆ La richiesta di maggior chiarezza sui criteri di scelta delle Collaborazioni Pastorali. Quelli indicati (l’omogeneità territoriale, un’amministrazione comunale di riferimento e la valorizzazione di percorsi e collegamenti pastorali già in atto) non sempre sono stati valutati sufficienti.
◆ La richiesta di capire bene i compiti delle nuove Collaborazioni e la loro differenza con il vicariato, collegata alla necessità di capire cosa cambierà di fatto con le Collaborazioni Pastorali.
◆ La richiesta riguardante il ruolo dei presbiteri nelle future Collaborazioni Pastorali
◆ Infine l’auspicio, sollevato da alcuni, che la scelta delle parrocchie con cui entrare in Collaborazione Pastorale potesse avvenire dopo un’adeguata conoscenza e non all’inizio.
Queste domande chiaramente vanno tenute presenti anche nell’avvio delle Collaborazioni Pastorali. Inoltre vorrei sottolineare anche l’interesse e la curiosità che ha destato la proposta delle Collaborazioni Pastorali.

I criteri di scelta delle attuali Collaborazioni Pastorali e la loro composizione. I criteri, ricordati precedentemente, sono stati interpretati in modo flessibile e, a volte, integrati con altri aspetti e valutazioni.
◆ A volte si è guardata la situazione attuale, a volte già il domani, immaginando in futuro un’estensione naturale delle Collaborazioni Pastorali.
◆ A volte si è riusciti a tener conto del numero degli abitanti, altre volte si è preferita la vicinanza territoriale, anche se questo può comportare un numero cospicuo di abitanti.
◆ A volte si è preferita l’appartenenza amministrativa, a volte la collaborazione ecclesiale già in atto e consolidata.
◆ A volte si è tenuto conto del numero attuale dei presbiteri, altre volte quello presumibile in futuro.
◆ A volte si è scelta la continuità di legami e rapporti costruita in vicariato, altre volte la discontinuità suggerita dalla proposta delle Collaborazioni Pastorali.

La composizione delle definite Collaborazioni Pastorali.Dimensioni, estensioni, numero delle parrocchie coinvolte, numero degli abitanti e dei presbiteri sono molto diversificati. Solo per esemplificare: si va da un minimo di 5 a un massimo di 22 parrocchie. Le estensioni territoriali e chilometriche possono essere molto ampie, oppure ridotte; così pure il numero degli abitanti, da circa 9 mila a 40 mila. Vorrei, però, ricordare che si è rispettato primariamente l’ascolto delle parrocchie, senza dare indicazioni inderogabili. Solo in alcune situazioni c’è stato l’intervento diocesano per allargare le Collaborazioni Pastorali costituite solamente da tre parrocchie, proprio per garantire un maggiore scambio e una maggiore diversità interna alla stessa Collaborazione Pastorale.

Adesso si parte. Dopo l’iter di quest’anno, fatto di ascolto, domande, revisioni, inizia l’esperienza delle Collaborazioni Pastorali. Il loro avvio domanderà a tutte le parrocchie di investire in questa prospettiva e alla Diocesi di accompagnarne i primi passi. I compiti delle Collaborazioni Pastorali sono descritti nella Lettera post-sinodale al paragrafo 50 e andranno interpretati con gradualità e flessibilità (paragrafo 63). Vorrei ringraziare i due referenti che hanno accompagnato l’iter verso le Collaborazioni Pastorali e i due Coordinatori (un prete e un laico) eletti in queste settimane che avranno il compito di presiedere il Coordinamento della Collaborazione Pastorale. Una piccola conclusione personale. Ciò che sempre colgo e respiro in questi percorsi diocesani è la forza della nostra Diocesi: la passione e la creatività, la fede e il senso ecclesiale dell’intero popolo di Dio. Allora, l’oggi e il domani sono davvero aperti: tutto è grazia e tutto diventa occasione per aprire la mente e il cuore all’inedito del Vangelo.

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