Mosaico
Opsa. Quando la musica fa stare davvero bene
Dal 2019 Andrea Pomarolli conduce il laboratorio di musicoterapia con ottimi risultati
MosaicoDal 2019 Andrea Pomarolli conduce il laboratorio di musicoterapia con ottimi risultati
La musica è fonte di gratificazione e benessere anche per gli ospiti dell’Opsa: dal 2019 è infatti entrata a far parte delle attività della struttura. La coordina Andrea Pomarolli, musicoterapeuta, musicista ed educatore professionale di Rovereto, residente a Padova, vicepresidente dell’associazione professionale di musicoterapia umanistico-trasformativa Punto di Svolta, una delle tre associazioni professionali presenti in Italia che fa parte anche della Emtc, l’European Music Therapy Confederation, la confederazione europea di musicoterapia. Gli ospiti sono coinvolti individualmente o in piccoli gruppi di quattro o cinque persone. «La musicoterapia – spiega Pomarolli – utilizza il suono, il ritmo e più in generale il linguaggio non verbale con lo scopo di stabilire una relazione, cioè la musica diventa un mediatore andando a favorire lo sviluppo delle potenzialità e delle risorse che sono sempre presenti in ogni situazione anche in quella più critica dove c’è una grave disabilità». L’attività si svolge in un setting specifico, una stanza dedicata, con diversi strumenti: pianoforte, percussioni, strumenti acustici, chitarre, strumenti elettronici adattati alle capacità degli ospiti che possono presentare dei limiti motori o cognitivi e possono venire suonati anche con un minimo movimento o con la punta di un dito. «Questo strumento specifico – spiega il musicoterapeuta – utilizza un sensore a ultrasuoni che percepisce il movimento e tramuta quel movimento in suoni che possono essere programmati. Ad esempio, se la persona muove il braccio verso destra posso sviluppare una scala ascendente con il suono del violino. Può essere adattato sulle capacità di movimento, in questo modo si riesce a coinvolgere tutti perché l’obiettivo è che la persona venga coinvolta attivamente e possa riprodurre dei suoni. Per alcuni può essere il ritmo, per altri una melodia. La persona è protagonista, coinvolta in un dialogo sonoro». I benefici di questa attività sono molteplici: in primis è un momento piacevole, di benessere nel quale la persona si sente ascoltata e accettata, poi è anche momento di rilassamento o maggiore apertura relazionale. «Può anche ridurre la frequenza delle stereotipia, aggressività o nervosismo – conclude l’esperto – e si ripercuote positivamente durante la giornata. La musicoterapia cerca di dare risposta ai bisogni di comunicazione ed espressione di sé e delle proprie emozioni, stabilisce una relazione e sviluppano abilità comunicative e musicali».