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Oratorio San Giorgio. Le nuove luci equivalgono a un restauro
L’oratorio di piazza del Santo mostra tutta la sua bellezza grazie alla nuova illuminazione con fari e proiettori a led
MosaicoL’oratorio di piazza del Santo mostra tutta la sua bellezza grazie alla nuova illuminazione con fari e proiettori a led
È stata inaugurata a febbraio la nuova illuminazione interna dell’oratorio di San Giorgio, in piazza del Santo. Grazie a questo intervento, promosso dalla Veneranda Arca di Sant’Antonio, risplendono di nuova luce, in senso letterale, le celebri decorazioni pittoriche del Trecento, che ora sono dotate di un innovativo sistema illuminotecnico: si parla in termini di “restauro percettivo”.
L’oratorio, oggi considerato una “cappella degli Scrovegni all’altra estremità del Trecento”, fu commissionato come cappella sepolcrale di famiglia da Raimondino Lupi di Soragna, guerriero e diplomatico al servizio della signoria dei Carraresi: i lavori di costruzione durarono dal 1377 al 1384, e furono conclusi dalla realizzazione del ciclo di affreschi del veronese Altichiero da Zevio, testimonianza importante dell’impatto della pittura di Giotto a Padova nel secolo dei Carraresi.
Gli affreschi furono riportati alla luce nel 1837 e restaurati nel 1995-97. Come la cappella giottesca, anche l’oratorio culmina in un cielo stellato su cui campeggiano clipei raffiguranti personaggi sacri. In controfacciata sono dipinte le storie della nascita di Gesù (Natività, Adorazione dei magi, Fuga in Egitto, Presentazione al tempio), sulla parete dell’altare la Crocifissione e, sopra, l’Incoronazione della Vergine. Sulle pareti lunghe si svolgono episodi delle storie di san Giorgio, santa Caterina d’Alessandria e santa Lucia. Ampio spazio è dato alla scena votiva in cui Rinaldino Lupi e la consorte Matilde, genitori del committente, seguiti da altri esponenti della famiglia in vesti militari, si inginocchiano alla Vergine, introdotti da san Giorgio e al cospetto di numerosi santi.
Tutto questo ora può essere ammirato sotto una luce nuova e le storie affrescate rifulgono di nuova vita grazie ai particolari dispositivi implementati grazie al contributo della Fondazione Cariparo e di iGuzzini illuminazione spa, azienda leader nel settore dell’illuminazione architetturale, che ne ha curato anche la realizzazione sotto la direzione dell’architetto Antonio Susani.
La precedente illuminazione aveva un ingombro visivo tale da disturbare un’adeguata percezione della grandiosità degli affreschi: il nuovo impianto si integra più discretamente nell’architettura e garantisce un effetto di assoluta omogeneità della luce. Faretti e proiettori a led illuminano i soffitti a botte, le pareti più corte e l’altare; un apparecchio speciale illumina invece in maniera radente le pareti laterali. Tutti sono stati installati su un binario che corre lungo la struttura lignea perimetrale, sono dotati di temperatura colore di 3000K e indice di resa cromatica pari a 97, per garantire elevato comfort visivo e esaltare la ricchezza cromatica dei dipinti. L’intero sistema è inoltre gestibile tramite apposito sistema di controllo e una pulsantiera Bluetooth.

Gli interventi illuminotecnici non si arresteranno all’oratorio di San Giorgio. La bontà del lavoro eseguito, che permette già ora ai visitatori di sperimentare una nuova percezione degli affreschi trecenteschi di Altichiero da Zevio, spingerà la Veneranda Arca di Sant’Antonio a procedere ad altri lavori di questo genere, stavolta dentro la basilica del Santo. Il tutto nell’ottica di promuovere iniziative di carattere culturale volte a incrementare le occasioni di scambio tra la Basilica, la città e il resto del mondo.
«La realizzazione di questo progetto – spiega Emanuele Tessari, presidente capo della Veneranda Arca – consente all’oratorio di San Giorgio di essere il primo dei siti che partecipano alla candidatura Unesco di Padova ad adottare un sistema illuminotecnico ispirato a quello della Cappella degli Scrovegni, contribuendo a rilanciare l’idea di un sistema condiviso di illuminazione per i siti coinvolti, aumentandone l’aspetto di coerenza, qualità, coesione, e unicità quali indicatori di eccellenza».
Il risultato apprezzabile dell’intervento ha convinto a realizzare il “restauro percettivo” anche degli altri due cicli di affreschi presenti in basilica che partecipano alla candidatura Unesco: la cappella di San Giacomo, pure decorata da Altichiero da Zevio, e gli affreschi di Giusto de’ Menabuoi nella cappella del Beato Luca Belludi.
Partiranno dopo Pasqua i lavori che doteranno la chiesa di San Carlo Borromeo all’Arcella di una nuova illuminazione, ormai resasi necessaria per motivi sia di sicurezza che pastorali. L’intervento durerà alcune settimane, durante le quali la chiesa rimarrà inagibile: le messe festive e le altre celebrazioni si svolgeranno nella sala polivalente, nel frattempo rinnovata.
«Il lavoro si è reso necessario sia perché molti dei corpi illuminanti non funzionavano ormai più, sia perché, pur con un dispendio grande di energia elettrica, non si riusciva più a dare quella luce necessaria per celebrare e vivere con gioia anche negli orari serali» spiega il parroco, don Antonio Benetollo.
Il vecchio impianto di illuminazione era datato e comprendeva molti neon disposti sopra i cornicioni: verranno tutti eliminati, e saranno tolte anche le lampade lungo la navata. Le nuove luci che verranno installate sono invece a led e a basso consumo di energia, progettate dalla ditta Stc Group. Si prevedono circa una sessantina di fari nuovi, tra illuminazione riflessa e quella cosiddetta d’accento, ovvero dedicata a sottolineare i luoghi liturgici. Ogni faro sarà programmabile singolarmente, ma saranno pure preimpostabili differenti scenari da scegliere a seconda delle esigenze liturgiche.
«Con tutta l’illuminazione accesa, serviranno non più di 3,5 Kw al posto dei 30 Kw attuali» precisa l’architetto Alberto Ruffatto dello studio Rbm Associati che coordina i lavori. I cavi elettrici passanti nel sottotetto in legno, grazie alla tecnologia Bus, saranno ridotti a due e in canaline tali da garantire massima sicurezza. I necessari ripristini a livello murario completeranno l’intervento.