«Abbiamo toccato con mano le molte diversità che convivono trasversalmente nelle nostre parrocchie: comunità diverse, presbiteri diversi, catechisti diversi, famiglie diverse. Non è più immaginabile avere un progetto da mettere in pratica tutti nello stesso modo, forse nella realtà che viviamo progredisce non tanto chi ha un piano definito nei dettagli, ma chi è in grado di adattarlo via via ai veloci cambiamenti in atto». Il “piano da adattare” di cui parla don Carlo Broccardo – sono sue queste parole – è quello che riguarda la catechesi.
I nuovi orientamenti
Nell’anno pastorale 2013-14, la Diocesi di Padova ha avviato il rinnovato cammino di iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi. A dieci anni dal suo inizio, e a corollario del Sinodo diocesano che ha fatto risuonare l’esigenza di una verifica del cammino di iniziazione cristiana, in occasione del Giubileo dei catechisti – celebrato all’Opsa il 17 maggio scorso – sono stati presentati i risultati della verifica e gli Orientamenti per la catechesi con ragazzi e genitori nel cammino di iniziazione cristiana.
I nuovi Orientamenti – adottati dall’anno pastorale che inizia – confermano nell’impostazione la proposta diocesana, cercando di renderla più agile, adattabile alle singole situazioni anche alla luce di quanto emerso dalla verifica, semplificando alcuni passaggi. Ecco che le parole d’ordine degli Orientamenti sono: gratuità, gradualità, leggerezza, bellezza, sostenibilità, sinodalità, centralità dell’adulto.
Cambiamenti… nella continuità
Due in particolare i cambiamenti più significativi e uguali per tutti di un percorso che inizia con il battesimo e arriva in pienezza con l’eucaristia. In primo luogo cambiano le tappe del percorso che ora saranno cinque così definite:
Il secondo aspetto è l’ordine dei sacramenti: fatto salvo il battesimo, avvio dell’iniziazione alla fede, si celebrerà poi nell’ordine il sacramento della confermazione e della prima eucaristia. Il cammino di iniziazione cristiana continua a compiersi nella comunità parrocchiale grazie alla presenza di più figure che lavorano in équipe: catechista, accompagnatore dei genitori e il parroco. «Va pensato e vissuto con serenità, facendo esperienza di una comunità che ha un grande dono e lo offre con gioia» sottolinea don Broccardo.
Parola chiave: camminare insieme
«Ho cominciato a fare la catechista 25 anni fa. Parlo di “fare la catechista” e non “essere catechista” di proposito, perché la realtà di allora era ben diversa dalla attuale. Un esempio: completamente all’oscuro di percorsi diocesani, ogni catechista sceglieva per conto proprio sussidi e quaderni attivi per il proprio gruppo, con poca conoscenza dei catechismi e senza alcun percorso parrocchiale strutturato». A raccontare i suoi “inizi” è Paola Targa – coordinatrice vicariale, catechista e accompagnatrice dei genitori – che ha partecipato alla conferenza stampa di presentazione degli Orientamenti per la catechesi.
«Quando ho sentito parlare del nuovo percorso di iniziazione cristiana, ho capito meglio il disagio e la fatica che provavo a “fare catechismo”. Da subito mi è piaciuta l’idea – ad esempio – del coinvolgimento dei genitori, non solo come responsabili, assieme a tante iniziazioni alla vita, anche della iniziazione alla vita cristiana dei loro figli, ma anche come opportunità, occasione di vivere la loro fede da adulti». Col passare degli anni, evidenzia Targa, alcune cose sono diventate abitudini «e si è data per scontata la comprensione del percorso e delle ragioni che lo sostengono, non solo per i genitori, ma per l’intera comunità». Ascoltando le catechiste della sua parrocchia, ma non solo, ha colto che «sono uscite rinfrancate dalla presentazione, all’Opsa, degli Orientamenti. Hanno molto apprezzato: il rispetto per la libertà di scelta di ciascuna famiglia; la possibilità per i genitori di aderire ad altri percorsi per adulti o per famiglie; il considerare la fede e i sacramenti un dono di Grazia, che non occorre comprendere appieno e che non c’è bisogno di meritare; che fare i conti con la propria realtà non è una sconfitta, ma capacità di far nascere cose belle in ogni situazione e di trasformare le difficoltà in opportunità; che per essere Chiesa si cammina insieme».
La fede sempre più come scelta
«I frutti dell’iniziazione cristiana negli ultimi dieci anni sono stati tanti, così come i limiti e mi sembra che con la revisione fatta, dopo la verifica dello scorso anno, si sia ricentrato tutto – ha sottolineato don Leopoldo Zanon alla conferenza stampa di presentazione degli Orientamenti – Un primo frutto del cammino è stata la corresponsabilità da parte dei genitori, di una buona parte, nell’accompagnare i propri figli nell’educazione alla fede cristiana. Alcuni hanno riscoperto la proprio fede in Gesù in modo più sereno, più aderente alla loro vita, più “vicino” e semplice. Un secondo frutto è stata la consapevolezza che essere cristiani è una scelta che impegna integralmente ragazzi e adulti».
I benefici per i ragazzi sono stati parecchi, «uno tra tutti, vedere i loro genitori partecipare all’iniziazione cristiana: la catechesi non è una cosa per piccoli, o per i primi anni della vita, ma è un cammino da compiere nella vita, è il “diventare” cristiani».
Conclude don Zanon: «Sarebbe ingiusto usare il parametro della partecipazione alla messa festiva dei ragazzi e dei genitori per dire se il cammino di iniziazione cristiana sia stata una scelto vincente o meno. La messa diventa sempre più tappa di arrivo e per qualche ragazzo è stato così, soprattutto quando, dopo la cresima, arriva a dedicarsi a qualche servizio in parrocchia».