Fatti | Calcio Padova
A distanza di tre giorni dall’ultima partita, conclusasi con un pareggio per 1-1 sul campo dello Spezia, lo stesso epilogo si è ripetuto ieri allo stadio Euganeo. La Padova calcistica può ringraziare Mattia Bortolussi, e chissà dedicare a lui una statua in Prato della Valle, per essere riuscito a trasformare il rigore concesso dopo la revisione al VAR all’84°, regalando così biancoscudati un punto prezioso in una gara che, fino a quel momento, sembrava destinata a consegnare ai tifosi la prima sconfitta casalinga della stagione, dopo il vantaggio ospite siglato da Merkaj quasi allo scadere del primo tempo, mostrandosi uno degli uomini di Andreoletti più in forma del momento per rendimento, freddezza dal dischetto e attaccamento.
LA CRONACA
Lo aveva lasciato intendere mister Andreoletti alla vigilia: l’undici titolare sarebbe stato scelto in base alla freschezza fisica, dopo un tour de force di tre partite in sei giorni. E i cambi non sono mancati. Confermato il 3-5-2, con una prima novità tra i pali: Fortin si accomoda in panchina e lascia spazio a Sorrentino, all’esordio stagionale. In difesa spazio a Faedo, Sgarbi e Villa (al posto di Perrotta). A centrocampo “il principino” Harder rileva Crisetig, affiancato da Fusi e Varas; sulle fasce Capelli a destra e Barreca a sinistra. In attacco coppia formata da Buonaiuto e Lasagna.
Il Südtirol di Castori risponde con un 3-5-2 speculare: Adamonis in porta; Kofler, Masiello e Veseli in difesa; Molina, Tait, Tronchin e Martini a centrocampo; davanti il tandem Merkaj–Odogwu.
Il match parte con grande intensità a centrocampo, con il Padova che prova a manovrare e a guadagnare metri fino alla trequarti, senza però trovare l’affondo giusto. Al 13° prima occasione biancoscudata con Faedo, che calcia dal limite: tiro fuori di poco. Il Südtirol, tutt’altro che remissivo, risponde alzando il baricentro e guadagnando diversi calci d’angolo, neutralizzati dalla retroguardia padovana. Al 43° arriva però la doccia gelata: dalla destra Molina mette un cross perfetto per Merkaj, che svetta più in alto di tutti e batte Sorrentino di testa, firmando lo 0-1. Il primo tempo si chiude dopo un minuto di recupero senza altre emozioni.
Nella ripresa nessun cambio per il Padova, mentre il Südtirol sostituisce Masiello con Davi. Al 48° episodio dubbio per un contatto tra Davi e Varas in area, ma l’arbitro Perri lascia correre. Il Padova prova a costruire gioco alla ricerca del pareggio, senza però riuscire a impensierire Adamonis. Al 54° entra Bortolussi al posto di Varas, e tre minuti più tardi Barreca atterra Tronchin in ripartenza, rimediando un’ammonizione che gli costerà la squalifica per la prossima giornata.
Nel tentativo di dare una scossa, Andreoletti al 67° cambia assetto: fuori Lasagna, Faedo e Buonaiuto, dentro Ghiglione, Seghetti e Di Maggio, passando a un 4-4-2 per dare maggiore ampiezza e profondità alla manovra. I cambi sortiscono l’effetto sperato: poco dopo Seghetti scende sulla sinistra e serve un cross teso per Capelli, che calcia a botta sicura ma trova la deviazione provvidenziale di Tronchin a pochi metri dalla linea.
All’80° brivido per il Padova: su calcio d’angolo per il Südtirol, spizzata di Martini e deviazione ravvicinata di Pecorino, ma Sorrentino si fa trovare pronto con un grande intervento. Quattro minuti più tardi arriva l’episodio chiave: primo corner per il Padova, girata di Sgarbi che trova il braccio di Kofler a deviare il pallone. Dopo il richiamo del VAR, l’arbitro assegna il rigore, trasformato con freddezza da Bortolussi.
Dopo sei minuti di recupero, in un finale concitato con il Padova proiettato in avanti ma senza esito, il triplice fischio sancisce un altro pareggio. I biancoscudati restano così imbattuti all’Euganeo, confermando solidità, carattere e una tenuta mentale che continua a crescere partita dopo partita.
LE INTERVISTE POST PARTITA
Nel dopogara dell’Euganeo, mister Matteo Andreoletti analizza con lucidità il terzo pareggio consecutivo dei biancoscudati, arrivato al termine di una settimana logorante. «Non ho visto tutta questa differenza d’intensità – ha spiegato –. Il Südtirol è probabilmente la squadra più fisica della Serie B, ma sono soddisfatto del ritmo con cui abbiamo giocato. Sono umili, non hanno problemi a difendersi bassi o a spazzare, e non è facile affrontarli. Possiamo migliorare tecnicamente, ma complessivamente sono soddisfatto».
Il tecnico sottolinea la forza mentale del gruppo: «È un punto che non va buttato. Muove la classifica e ci permette di lavorare con serenità. La squadra ha reagito bene, mantenendo l’atteggiamento giusto: al di là della brillantezza, questo Padova non molla mai».
Sulla scelta di schierare Sorrentino al posto di Fortin, Andreoletti è diretto: «Con lo staff abbiamo deciso insieme. Fortin ha sempre giocato, ma dopo tante gare ravvicinate ho voluto farlo rifiatare anche mentalmente. Sorrentino è un portiere con esperienza in Serie A, non avevo dubbi su di lui. Forse mi sono preso qualche rischio, ma era la scelta giusta».
Tre punti in tre gare, ma nessuna sconfitta: «Qualcuno potrebbe dire che sono pochi, ma io guardo la continuità. Restare imbattuti in una settimana così intensa è un segnale di solidità. Avremmo voluto qualcosa in più, ma questi risultati ci fanno crescere».
Sull’ennesimo gol incassato a fine primo tempo, il mister minimizza: «Non credo sia un trend, piuttosto episodi. Loro sono molto forti sui piazzati, hanno cinque giocatori sopra l’1.90. Dobbiamo migliorare nel modo di impattare i cross, ma la partita fino a quel momento era equilibrata».
E se il Padova continua spesso a inseguire, per Andreoletti non è un segno di fragilità: «Andare in svantaggio è un fatto episodico. Quello che conta è lo spirito con cui reagiamo. Questa squadra non si arrende mai, rimane sempre viva nel match».
A chi gli chiede un commento sulle parole di Castori, che aveva parlato di una partita “dominata” dal Südtirol, Andreoletti risponde con eleganza: «Non posso contraddire l’allenatore più esperto della Serie B. È vero che in alcune fasi ci hanno costretto ad abbassarci, ma non credo ci sia stato un dominio vero e proprio. Di Maggio? Nulla di grave, solo un piccolo fastidio».
Sui singoli, l’allenatore elogia chi è entrato a partita in corso: «Per Bortolussi ho finito le parole: è in un grande momento. Seghetti, classe 2004, ha caratteristiche importanti e si è fatto trovare pronto. Insieme hanno cambiato la partita». E chiude con un plauso a Villa: «Ha fatto una gara incredibile. Mi dispiace non avergli dato più spazio finora, ma la stima nei suoi confronti è grande: è il difensore più veloce che abbiamo e oggi ha dimostrato tutto il suo valore».
Anche Mattia Bortolussi, ancora una volta decisivo dal dischetto, commenta il pareggio con maturità e umiltà: «È stata un’altra partita dura, la terza in sei giorni. Questo punto vale tanto, contro una squadra importante. Dobbiamo abituarci a questi ritmi: non sarà l’ultima volta. Ringrazio Voltan, il nostro match analyst, e tutto lo staff che ci aiuta a preparare anche situazioni come i rigori. Oggi ho calciato diversamente, ma il merito è di tutti».
Sulla panchina iniziale, l’attaccante non fa polemiche: «Il mister ci comunica tutto all’ultimo, non me l’aspettavo ma rispetto le sue scelte. Quando vengo chiamato in causa cerco sempre di farmi trovare pronto. Con Seghetti mi sono trovato benissimo: è un ragazzo che spacca le partite e ci può dare una grande mano».
Il gol, arrivato con freddezza dagli undici metri, ha un valore speciale: «L’ho dedicato a mio papà, ad alcuni amici e ai miei cugini presenti allo stadio». E sul suo momento d’oro risponde con la consueta concretezza: «Non ci pensavo. Mi piace vivere il presente e lavorare giorno per giorno, senza fare troppi calcoli. Non so perché questa occasione sia arrivata solo ora, ma voglio godermela: me la sono conquistata con la squadra, dopo la promozione dello scorso anno».
Un Bortolussi sempre più leader silenzioso, simbolo del carattere di questo Padova che — come il suo centravanti — sa soffrire, reagire e restare in piedi fino all’ultimo minuto.
Ora testa a Mantova in una partita dalle mille insidie ma con una settimana tipo di allenamento. Importante sarà migliorare la finalizzazione e ridurre le amnesie difensive perché non sempre può andare bene.