MosaicoLe opere di Silvana Weiller fino al 2 marzo al Centro culturale Altinate San Gaetano. Figura di spicco della vita artistica patavina, nei suoi lavori emerge il legame con la cultura ebraica
È il Centro culturale Altinate San Gaetano a raccontare – attraverso i suoi spazi, diversi ma complementari – l’attività artistica della pittrice Silvana Weiller, a cui è dedicata la retrospettiva aperta fino al prossimo 2 marzo nella città che ospitò la donna dopo il matrimonio con l’esponente della locale comunità ebraica Leo Romanin Jacur, conosciuto in Svizzera durante la fuga dalle leggi razziali. “Silvana Weiller. Paesaggi e leggende” è dunque pensata come un percorso di conoscenza dei nuclei caratterizzanti la produzione di una delle figure più importanti della vita culturale di Padova attraverso l’esposizione di un centinaio di opere, tra il tema della cultura ebraica e quello dell’osservazione degli elementi naturali ed urbani. «Nell’agorà del San Gaetano sono ospitati i rotoli di carta nei quali l’artista si sofferma sui soggetti dell’ebraismo, come le storie di Ester, di Re Salomone e della Regina di Saba – illustra Elisabetta Vanzelli, co curatrice della mostra assieme a Nicola Galvan – Questi lavori degli anni Cinquanta sono ora per la prima volta esposti al pubblico, essendo stati considerati da Weiller non come delle vere e proprie opere artistiche e anche pensati per un utilizzo durante le festività religiose. Oggetto dei primi studi proprio di recente, i rotoli mostrano anche una maggiore libertà di espressione rispetto alle tendenze allora contemporanee, permettendo così una ridefinizione di questo primo periodo d’attività della pittrice padovana». Dall’agorà, poi, la mostra continua sui vicini ballatoi, dove i visitatori potranno proseguire la scoperta delle successive produzioni caratterizzate dalla presenza di elementi naturali e urbani, tra cui Prato della Valle. «Nel cammino espositivo è visibile una tendenza all’astrazione, attraverso la semplificazione delle forme dei soggetti trattati anche in ambito figurativo – prosegue la cocuratrice – Oltre al Prato, Weiller disegnava alberi, edifici e passanti; poche immagini, che riusciva però a sviluppare e variare». La retrospettiva – con il suo ricco numero di opere di vari decenni – può quasi essere intesa una mostra antologica mirata a dare ancora una volta luce al talento di questa donna, esempio al femminile di intellettuale nella sua completezza. «Con la sua attività parallela anche di scrittrice d’arte, Silvana Weiller è una figura impegnata a tutto tondo per quasi l’intera seconda parte del Novecento – conclude Vanzelli – Questa mostra di così ampio respiro è stata intesa dalla sua famiglia come un’occasione importante per omaggiarla dopo una decina d’anni dall’ultima esposizione e a poca distanza dal centenario della nascita, celebrato nel 2022». L’esposizione è aperta al pubblico dal martedì alla domenica con orario continuato 10-19.
Nata a Venezia nel 1922, Silvana Weiller si trasferisce poi con la famiglia a Milano e quindi in Svizzera. Tornata in Italia dopo la fine della guerra, sarà Padova ad ospitarla e veder sviluppare la sua attività artistica. A questa, la donna, negli anni, affiancherà sia l’attività di critica d’arte che la letteratura, sia la promozione di progetti culturali e una decina di mostre personali nelle gallerie private e in spazi pubblici. L’artista – a cui è stato conferito nel 1994 il Sigillo della Città – scompare centenaria nel 2022.
Riccardo Rocca
