Fatti
Papa Francesco e l’economia. L’insegnamento francescano è stato quello di un doppio agire
Certamente è stata profetica la visione di un mondo nuovo che si liberi delle scorie che lo stanno avvelenando
Certamente è stata profetica la visione di un mondo nuovo che si liberi delle scorie che lo stanno avvelenando
“Economy of Francesco” non si riferiva nel nome al Papa regnante, ma al Poverello di Assisi: eppure il sigillo papale fu fortissimo sull’iniziativa che intendeva – e intende – delineare una strada differente rispetto all’imperante “libero mercato” e ad un capitalismo arrembante che privilegia i primi, a scapito degli ultimi.
Niente a che vedere con comunismi e marxismi vari, già liquidati dalla Storia. Ma la voglia di delineare una strada che metta al centro del nostro agire l’uomo. Anche nelle questioni economiche. Insomma, siamo dentro fino al collo nell’intero orientamento pastorale di papa Francesco.
Sicuramente il Pontefice argentino non era un fan di quel capitalismo. Ne vedeva sia il disinteresse (se non peggio) verso i più poveri e fragili – vuoi nello sfruttarli lavorativamente, vuoi nello “scartarli” –, sia le conseguenze nefaste verso un pianeta che visibilmente soffre di iper sfruttamento. Quindi l’incessante promozione di un lavoro che sia rispettoso anzitutto di chi lo esegue, poi di tutto ciò su cui si riverberano i suoi effetti.
Parliamoci chiaro: se mettere l’uomo al centro di tutto non è certo una novità bergogliana, anche in economia (basti pensare alla Rerum novarum o a cosa ha fatto il mondo cattolico in questi secoli), certamente è stata profetica la visione di un mondo nuovo che si liberi delle scorie che lo stanno avvelenando.
Nel 2015, anno di uscita della Laudato si’, si parlucchiava di cambiamenti climatici e della necessità di fare qualcosa. Sembrava l’ubbia di quattro ecologisti. Ma quell’enciclica ha dispiegato la sua potenza negli anni successivi in maniera dirompente, fino a diventare la pietra miliare su cui si sono finalmente mossi governi e istituzioni internazionali.
Quindi l’insegnamento francescano è stato quello di un doppio agire: mettere l’umanità al di sopra del denaro, della finanza, delle “cose”, dell’interesse particolare a scapito dell’interesse generale. Nel contempo impegnarsi per migliorare la situazione, perché le cose cambiano solo se ci mettiamo a remare tutti verso la giusta direzione. Che è quella di un umanesimo integrale ben raccordato col rispetto della casa che ci ospita.
E cosa rimane del suo pontificato ora che è tramontato? Tutto quel che abbiamo detto. È una strada tracciata che non piace solo a chi preferisce la prevaricazione e l’abuso del denaro, che vede il mondo come una mensa da divorare, senza farsi riguardo né di chi gli sta intorno, né di chi verrà dopo di lui.