Perché Roma era nei primi secoli capitale dell’Impero romano. Perché il vescovo di Roma è il successore di Pietro e Gesù ha fondato su di lui tutta la Chiesa. Perché a Roma sono morti e sepolti Pietro e Paolo. E perché ben presto nelle controversie ci si è rivolti a Roma e i suoi consigli sono stati quelli vincenti. Perché alcuni papi del quarto e quinto secolo hanno saputo imporre il loro primato. Per il senso di responsabilità fraterna che ha sempre connotato la Chiesa romana. E infine perché lo Spirito conduce la storia e plasma la Chiesa come Gesù la desidera. Quali di queste risposte è quella “più giusta” o “più importante”? Ha più peso il dato di fede o l’elaborazione storica, anche per noi cristiani? Il primato di Roma, a differenza di altre istituzioni ecclesiastiche fondamentali, non appartiene alle prime generazioni, ha avuto bisogno di tempo, scelte umane e razionali e interpretazioni culturali. Il primato del vescovo di Roma è per fede un dono divino, fondato sulla scelta di Gesù di chiedere a Pietro un servizio particolare, di affidargli i suoi fratelli perché ne “confermasse la fede”. Ma la Chiesa ha “scoperto” pian piano il ruolo di Pietro e lo ha trasmesso ai suoi successori, specchiando la Parola sulla storia e la storia sulla Parola, rispondendo alle sollecitazioni e ai problemi concreti, con tutti i limiti dell’umano. Storicamente si è passati da una prima rilevanza religiosa e spirituale della Chiesa romana, legata alla tradizione relativa a Pietro e Paolo (primo secolo) all’idea che questo garantisse una particolare fedeltà al messaggio di Gesù e responsabilità verso tutta la Chiesa (secondo secolo); da una pratica normativa dovuta a un particolare prestigio (terzo secolo) all’idea di un’autorità religiosa che sta sopra il diritto e i concili, legiferando e imponendo decisioni obbliganti per tutte le singole Chiese (fine quarto e quinto secolo) e fungendo da base alla elaborazione del periodo medievale che ha visto il potere della Chiesa estendersi su tutto l’Occidente. Il tempo della Chiesa è anche il tempo dello Spirito e solo in questa prospettiva le è possibile continuare a camminare e guardare con fiducia al tempo nuovo che si apre.
suor Chiara Curzel
Docente di Patrologia ISSR “Romano Guardini” di Trento