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Pnrr, l’impatto sul territorio. Per l’amministrazione pubblica è l’occasione per cambiare passo
Gli uffici sono attanagliati dalla burocrazia: servono nuove assunzioni
IdeeGli uffici sono attanagliati dalla burocrazia: servono nuove assunzioni
«Un momento difficilmente ripetibile». Senza troppi giri di parole, quello che può rappresentare il pacchetto ambizioso di riforme via Pnrr è così sintetizzato da Carlo Rapicavoli, direttore dell’Anci Veneto. Premessa necessaria che sottende, però, uno sforzo straordinario – cioè fuori dall’ordinario – per gli uffici comunali e tutte le realtà sparse sul territorio alle prese con scartoffie e burocrazia quotidiana. Per rendere il Recovery plan realtà, infatti, serviranno decine di migliaia di assunzioni di nuovo personale, anche nelle stanze di comuni, province e regioni, che avranno in mano, ricordiamolo, il 36 per cento dei fondi destinati all’Italia. Una nuova linfa soprattutto perché negli ultimi anni, complice anche la pandemia, chi più chi meno ha sofferto il restringimento del personale (e del budget).
«Martedì 8 febbraio abbiamo inviato la nostra partecipazione a uno dei primi bandi già attivi, uscito però solamente poco prima di Natale – è l’osservazione di Sandro Maculan, sindaco di Zugliano, Comune vicentino di poco meno di 7mila abitanti – Riguarda la demolizione di scuole primarie gravemente deficitarie per cui è impossibile il recupero. Il bando non richiedeva l’avere in mano già un progetto di un nuovo edificio scolastico, sarebbe stato impossibile, ma comunque richiedeva informazioni tecniche e noi come gli altri comuni, ci siamo attrezzati incaricando un esperto per riuscire a presentare la candidatura con un minimo di probabilità. Noi abbiamo fatto di corsa: le amministrazioni che dispongono di uffici attrezzati sono quelle che avranno sicuramente qualche possibilità in più, quelli più piccoli rischiano di rimanere “al palo”. Al momento lo scenario è questo: alcuni si sono appoggiati ad agenzie esterne, imprese nate proprio per venire incontro alle difficoltà del personale. Una cosa va, però, detta: è anche vero che da mesi si sta predicando sulla necessità di attrezzarsi, le informazioni e i corsi di certo non mancano».
Per ovviare a una clessidra i cui granelli precipitano troppo in fretta con il rischio di arrivare lungo sulle scadenze, Anci, sia a livello nazionale che regionale, chiede ciclicamente informazioni preliminari sui bandi prima della formalizzazione ufficiale e ha creato gruppi di supporto, consulenza e formazione per seguire passo dopo passo i vari iter. «Anche per questo – ammette Carlo Rapicavoli, direttore generale Provincia di Treviso – c’è stata una buona partecipazione, per esempio, al programma Pinqua, sul recupero di immobili a favore della qualità dell’abitare.
Noi come Anci Veneto ci siamo battuti per la distribuzione delle risorse perché molti nostri comuni erano stati esclusi per insufficienza di disponibilità, oppure inizialmente i finanziamenti non riguardavano città sotto i 15 mila abitanti: nella legge di bilancio è stato modificato questo punto, così le realtà, aggregandosi, possono partecipare con uno stanziamento di altri 300 milioni». Discorso differente per i palazzi amministrativi dei capoluoghi o delle città di grandi dimensioni: qui sono stati creati uffici appositamente dedicati allo studio, al monitoraggio e alla preparazione della documentazione per salire sul treno Pnrr. In alcuni casi, il senso di rete e di comunità ha “scavalcato” i confini urbani e così, per esempio, Treviso ha realizzato attività di supporto per le piccole realtà attorno alla cintura. È dalla prossima settimana entrano in gioco i 1.000 esperti appena arruolati dalle regioni: tra loro ci sono ingegneri, giuristi, architetti, geologi, biologi, tutte professionalità necessarie ad accelerare le procedure burocratiche per concretizzare i progetti.
Valutazioni impatto ambientale, approvazioni di progetti, permessi di costruire, appalti: pratiche su cui purtroppo la pubblica amministrazione accumula spesso ritardi considerevoli. Al Veneto sono stati assegnati 66 esperti, 22 da collocare in Regione e 44 distribuiti sul territorio, con quattro esperti a ciascun Comune capoluogo e i restanti 16 ripartiti sul territorio. Ma oltre alle beghe intrinseche alla burocrazia, c’è chi vede in questo momento storico ed epocale, l’opportunità per cambiare passo e prospettiva. Del resto il Pnrr tricolore ha un nome semplice, ma incisivo, “Italia domani”: «Rispettare questo cronoprogramma, con rispetto dei tempi e di un metodo, è forse l’occasione per il sistema amministrazione di indossare un altro paio di occhiali – è l’auspicio di Gianluigi Naletto, sindaco di Dolo – Lavorare secondo standard europeo, con una visione programmata, radicata su progettualità ad ampio respiro è sempre stato il nostro deficit. Noi pecchiamo di miopia con una visione giornaliera. Piedi per terra, ma testa alta perché denatalità, invecchiamento della popolazione, sfilacciamento delle relazioni sociali, crisi della famiglia sono sfide che richiedono una via lunga di pensiero e di azione come diceva il filosofo Paul Ricoeur. Dobbiamo tararci sempre su sfide più alte, non più solo all’ombra del campanile».