Fatti
“Secondo il 72% degli italiani la gente non crede più ai partiti, ai leader politici e al Parlamento” e “il 63% è convinto che si sia spento ogni sogno collettivo in cui riconoscersi”. Lo si legge nel Rapporto del Censis sulla situazione del Paese. L’indagine documenta che “l’unico leader con una proiezione globale che ottiene la fiducia della maggioranza degli italiani (60,7%) è Leone XIV”. Seguono Sánchez (44,9%), Merz (33,5%), von der Leyen (32,8%), Macron (30,9%), Starmer (29,0%), Lula (23,0%), Trump (16,3%), Modi (14,9%), Xi Jinping (13,9%), Putin (12,8%), Orbán (12,4%), Erdoğan (11,0%), Netanyahu (7,3%), Khamenei (7,3%), Kim Jong-un (6,1%). “Assistiamo a un capovolgimento dei ruoli nel rapporto tra élite e popolo”, sostiene il Rapporto. “Da una parte ci sono i leader europei, il nostro nuovo pantheon politico”, che “invece di rassicurare, esercitando la tradizionale funzione dell’offerta politica, eventualmente con il ricorso spregiudicato alla menzogna, annunciano la catastrofe”. Dall’altra ci sono gli italiani, “per i quali non è scattato l’allarme rosso: l’apocalisse può attendere”. Il 66% ritiene che “se per riarmarsi l’Italia fosse obbligata a tagliare la spesa sociale, allora dovremmo rinunciare a rafforzare la difesa”. Ma secondo il Censis “sarebbe ingeneroso attribuire solo alla decisione politica le responsabilità e i difetti della presenza pubblica nello schema di gioco della promozione e regolazione della crescita economica e sociale”. “L’impegno a stare nel presente è un fatto politico, ma l’assunzione di serietà e responsabilità collettiva, che nel presente precede e orienta ogni impegno, è un fatto di tutti e per tutti”.