Case sventrate, ammassi di resti di obici e razzi esplosi, travi e pezzi di legno nelle strade devastate dalle esplosioni. Una scuola deserta, una chiesa isolata in una radura, con intorno i segni delle esplosioni. Paesaggi surreali, senza la presenza di persone. Mutilati in riabilitazione, soldati sopravvissuti all’impatto con le mine o con le schegge di granate. Così la gente racconta i tre anni e mezzo di guerra che ha ferito l’Ucraina con una durissima guerra, “la cosa più tragica che possa capitare nella storia umana” come dice Svetlana, sullo sfondo di palazzi bombardati. È una delle testimonianze raccolte nel video realizzato da “Luci nel mondo” per la Fondazione Missio in occasione della Giornata missionaria mondiale, per ripercorrere le tappe della guerra ma soprattutto per raccontare la speranza di chi, nonostante tutto, resiste all’aggressione russa ingiustificata e fuori dalla storia.
Morti, feriti, sfollati, distruzioni. Il 24 febbraio 2022 i carri armati russi sfondavano in territorio ucraino, avanzando nei territori del Donbass. Da lì la guerra si è propagata anche in altre parti dell’Ucraina: mentre si sono consolidate le posizioni russe in Crimea, i carri armati sono arrivati fino a Odessa e i missili hanno colpito la capitale Kiev. Nessuno conosce i numeri dei morti provocati dal conflitto, ma certamente si parla di centinaia di migliaia di vittime da entrambe le parti. In questi anni sono ben sette milioni gli sfollati interni, nelle zone ad Ovest non colpite dalla guerra, e quattro milioni le persone che ora sono in vari Paesi d’Europa.
Un conflitto di cui non si vede la fine. Di fronte a situazioni drammatiche come quella Ucraina, quale pace è possibile? L’esarca di Odessa, Michaele Bybniy, usa parole chiare: “Questa guerra che da troppo tempo si combatte in Ucraina, per i russi è una guerra santa contro la decadenza dell’Occidente, per noi tutti è semplicemente una guerra assurda”. Che non si arresta. “La scorsa settimana, le truppe russe hanno sparato un proiettile di carro armato che ha colpito questa farmacia, causando la morte di un soldato, di cinque civili e il ferimento di altri sette. Non c’è stato ancora un solo giorno dal momento dell’occupazione della riva destra della regione di Kherson, in cui la nostra terra non sia stata sottoposta ad attacchi”, dice Boris dal quartiere centrale della città di Kherson. Ogni giorno lungo la linea del fronte e in tutto il Paese ci sono vittime tra i civili, presso luoghi che non sono obiettivi militari come scuole, ospedali, centri commerciali, con la morte di molti bambini innocenti.