Chiesa
Con la solennità di San Francesco lo scorso 4 ottobre si è dato inizio alle celebrazioni per gli 800 anni dalla morte del santo, un’occasione per riconfrontarci con questa figura che da sempre attrae tante persone non solo fra i credenti. Ancora è attuale la preghiera del Cantico delle Creature e possiamo immaginarci come leggere questo testo oggi in famiglia. Prima di tutto ci invita ad avere un atteggiamento contemplativo nei confronti di tutto il Creato a partire dagli elementi più semplici, Sappiamo ancora ringraziare per il sole e per quello che rappresenta? Per la luna e per le stelle? L’Universo è a nostra completa disposizione ma possiamo nutrire ancora un animo umile e mite di rispetto per le cose che sono nel mondo senza assolutamente darle per scontate e soprattutto rispettandole nella loro alterità come beni ricevuti che non possono essere inglobati con ingordigia, ma vanno assaporati nella condivisione. Possiamo ringraziare per il vento, l’aria e il cielo, sia il nuvoloso, sia il sereno nell’alternarsi delle stagioni che danno vita al succedersi dei giorni. Con le parole del Cantico è come se la famiglia potesse stringere un nuovo patto fra i suoi membri e con la Natura. Un patto di ringraziamento per tutto ciò che di basilare sussiste e permette la nostra esistenza: per l’acqua, la quale è molto utile, preziosa e pura, per il fuoco che illumina la notte, per la terra che ci alimenta e sostiene con la molteplicità di frutti, prati e fiori. Chiusi nei nostri appartamenti rischiamo di non avere più un contatto diretto con gli elementi naturali che alimentano la nostra vita. Ridirsi insieme tutti i benefici che ogni giorno riceviamo non può che unire la famiglia e renderla più docile alla volontà del Signore, anche in vista delle prove che dovrà superare. E infatti Francesco loda il Signore per quelli che perdonano in nome del suo amore e sopportano serenamente dolori e malattie. Un insegnamento profondo che pare già una vetta irraggiungibile ma che invece è alla portata di chi si affida a Dio come a Colui da cui tutto riceviamo. L’invito del Santo di Assisi è a vivere ogni situazione con estrema semplicità e sobrietà fino al mistero della morte che ha il coraggio di chiamare sorella. Nella consapevolezza che nessuno può sottrarsi alla morte corporale l’invito di Francesco è a vivere riconoscendo i propri peccati e chiedendo perdono per essi perché si possa giungere alla vita oltre la morte. E così mirabilmente il Cantico si chiude con una richiesta di grande umiltà all’uomo perché si riconosca creatura bisognosa di essere redenta. Ecco allora che tutta la preghiera francescana è una summa di lode che tiene unito ogni aspetto della nostra vita e ci spinge a coltivare uno spirito di sobrietà in tutte le manifestazioni del nostro agire. Una preghiera come il Cantico delle Creature aiuta la famiglia a non montare in superbia, a non credersi autosufficiente, a vivere l’’avventura cristiana come un cammino alla sequela di un Dio vicino, tangibile, amorevole. La preghiera del santo di Assisi è anche uno sprone a vivere in pace, con se stessi, coi fratelli, con il Creato. Oggi abbiamo bisogno di questo spirito di pace che è da diffondere e portare anche là dove pace non c’è. Dove c’è odio e discordia la famiglia che si ispira a San Francesco può portare una ventata di riconciliazione che partendo da quella con gli elementi naturali arriva a quella fra gli uomini. Un grido di speranza che si eleva dalla terra e arriva fino al cielo, impetrando per tutti la vita eterna.