Idee
Ripopolare i Comuni montani: 16 proposte rivolte al Governo
Digitalizzazione, no tagli alla scuola, riforma degli Enti locali. Sono alcune delle idee proposte da Uncem che sollecita la nuova legge sulla montagna
Digitalizzazione, no tagli alla scuola, riforma degli Enti locali. Sono alcune delle idee proposte da Uncem che sollecita la nuova legge sulla montagna
L’ Uncem (Unione nazionale comuni comunità enti montani) alza il tiro presentando al Governo italiano 16 proposte che hanno come obiettivo quello di aiutare chi vive nei territori montani a superare le molteplici criticità, rilanciandone lo sviluppo sociale ed economico. Il testo, nato dal confronto dell’ente con le categorie economiche e le associazioni presenti in quelle aree, rappresenta «la sintesi delle esigenze di quelle comunità con le possibili soluzioni» afferma il presidente dell’Uncem per la delegazione del Veneto, Ennio Vigne. «Vorremmo che gran parte di queste strategie entrassero nella legge sulla montagna, tutt’ora in discussione in Parlamento; altri punti potrebbero essere oggetto di ulteriori provvedimenti legislativi come le leggi di bilancio». Sulla legge dibattuta alla Camera Vigne asserisce che «è lo strumento fondamentale per differenziare i territori nelle diverse necessità, fermo restando l’importanza che i Comuni montani ricoprono garantendo molteplici servizi tra cui quello sanitario e scolastico». Inoltre sono il primo presidio, «le sentinelle che garantiscono la cura delle aree interessate. Un esempio? Lo sfalcio dei prati – necessario per evitare l’avanzata del bosco – il monitoraggio idrogeologico per scongiurare frane e criticità varie». L’Uncem è un’organizzazione nazionale presente in ogni Regione, da oltre 60 anni raggruppa e rappresenta i Comuni interamente e parzialmente montani, le Unioni di comuni montani (che sono il collegamento di Comuni attigui) oltre ad associare varie amministrazioni ed enti. Il territorio coinvolto è pari al 54 per cento di quello nazionale nel quale risiedono oltre 10 milioni di abitanti. Nel Veneto ci sono le Unioni montane del Grappa, del Baldo-Garda, delle Prealpi trevigiane, del bassanese, la Spettabile Reggenza dei Sette Comuni e altre, in tutto 19. Nonostante lo stato di salute dei Comuni montani veneti «sia buono in quanto abbiamo tanti amministratori che rispettano accuratamente le leggi», il presidente mette in luce che diverse sono le problematiche che questi enti vivono quotidianamente, fermo restando che «in cima alle necessità non sono le risorse economiche benché importanti, ma il cambio delle norme amministrative». Tra le criticità che Vigne pone come prioritarie c’è la questione demografica, con Comuni che dagli anni Sessanta a oggi hanno perso due terzi della popolazione; la questione delle infrastrutture e i collegamenti viari, senza dimenticare le installazioni per il digitale che «ci consentono, se di alto livello, di supportare attività produttive, culturali e scolastiche». Infine la questione sanitaria «che ci impone di non privare queste aree dei servizi essenziali, come la presenza di un medico». Un’altra difficoltà collegata con le precedenti, è quella del reperimento degli addetti impiegati nei municipi: «È importantissimo che il personale sia garantito altrimenti diventa impossibile gestire alcuni servizi». Tra i 16 punti che Uncem ha messo nero su bianco, c’è la Riforma degli enti locali, con «il rivedere il Testo unico degli gli enti locali, perché non è possibile che il Comune di Milano abbia le stesse regole di un piccolo ente montano»; una nuova fiscalità: «Non possono essere tassati allo stesso modo un bar in centro a Roma e quello a Enego»; la garanzia di disporre di almeno un’ambulanza e un medico per ciascun Comune; superare le solitudini, non solo umana ma anche professionale (sindaci e amministratori locali troppo isolati) e anche la proposta “Scuole, no ai tagli”: «Abbiamo bisogno che il numero minimo di studenti per costituire una classe sia diverso nei territori montani».
Agevolazioni per docenti, medici e imprese, ma anche per under 41 che vogliono comprare casa. Questo è contenuto nel Disegno di legge montagna che a fine ottobre ha ottenuto il via libera preliminare dal Consiglio dei ministri.