Fatti
River Eye. Basta fiumi di plastica
River Eye è l’innovativo progetto veneto che, con un “occhio” tecnologico, monitora la presenza di sostanze inquinanti nei corsi d’acqua regionali
River Eye è l’innovativo progetto veneto che, con un “occhio” tecnologico, monitora la presenza di sostanze inquinanti nei corsi d’acqua regionali
In Veneto è in arrivo un’iniziativa con l’obiettivo di contrastare la presenza di rifiuti in plastica che inquinano i corsi d’acqua della regione. Si tratta di River Eye, un progetto annunciato giovedì 27 aprile dall’assessore all’Ambiente della Regione Veneto Gianpaolo Bottacin: utilizzando strumenti tecnologici di monitoraggio, verrà rilevata la presenza di plastiche nel Piave, nel Bacchiglione, nel Canalbianco e nel Po. Le centraline, già sperimentate nei Comuni di Eraclea, Adria, Correzzola e Ficarolo, vengono installate su ponti, moli e banchine per catturare le immagini dei rifiuti galleggianti, che poi il software processa, identificando quali sono rappresentati da plastiche. L’obiettivo del monitoraggio è quello di acquisire dati che permetteranno l’installazione di un sistema ecosostenibile per la rimozione e il riciclaggio dei rifiuti, il River Cleaner, un sistema di raccolta automatizzato, posizionato su un argine del fiume, che permette la raccolta dei rifiuti ed il loro trasporto fino al piano stradale, in completa autonomia. A permettere l’impiego di questo sistema tecnologico, ideato nel 2021 dalla startup toscana Blue Eco Line, saranno i fondi stanziati dalla Giunta della Regione Veneto, che ammontano a 51 mila euro, e l’attività di Plastic Free, associazione senza scopo di lucro la cui mission è proprio quella di liberare il mondo dalla plastica. Monitorare e limitare l’inquinamento dei corsi fluviali significa anche tutelare i nostri mari, come spiega Paolo Monesi, responsabile Enti locali di Plastic Free: «Si stima che l’80 per cento delle plastiche viene riversato in mare da fonti terrestri e, pertanto, un’appropriata gestione dei rifiuti e il monitoraggio della loro presenza nei corsi d’acqua possono ridurre drasticamente l’inquinamento, addirittura del 50 per cento. Nei prossimi mesi, siccità permettendo, potremo conoscere lo stato di salute di questi quattro fiumi veneti per permettere alla Giunta regionale di vagliare le misure più idonee».
È una lotta, quella contro la plastica nei fiumi, che oltre all’impiego di innovativi strumenti tecnologici richiede anche una partecipazione collettiva di cittadini e imprese: «I rifiuti galleggianti, soprattutto rappresentati dalla plastica – ha tenuto a specificare l’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin – sono un male del nostro secolo. È fondamentale educare le nuove generazioni affinché facciano il meno uso possibile della plastica. Una buona pratica che si auspica venga presto sposata anche dalle aziende, che potrebbero preferire altri materiali, per esempio il vetro o il metallo. È vero che la plastica può essere riciclata, ma è anche vero che, purtroppo, questo materiale lo troviamo sempre più spesso abbandonato come rifiuto a terra e anche nelle nostre acque. Dobbiamo agire presto e uniti per contrastare una situazione che sta diventando di emergenza». Di fronte all’insorgere di nuove emergenze che riguardano i corsi d’acqua veneti, come la siccità in primis, si continua dunque anche a lavorare per abbattere le fonti di inquinamento che compromettono le nostre già scarse risorse idriche. L’assessore Gianpaolo Bottacin si mostra fiducioso sostenendo che «La plastica in Veneto ha le ore contate», rispetto a questo obiettivo ambizioso il progetto River Eye sembra rappresentare un primo passo.
Il 2022 si chiude con una riduzione del numero di imprese venete: a fine anno la base imprenditoriale regionale sfiora le 425 mila unità attive e registra una perdita di 4.788 imprese rispetto alla fine del 2021, meno 1,1 per cento, quasi in linea con l’andamento nazionale (meno 0,7 per cento). Dopo il parziale recupero evidenziato nel 2021, dovuto principalmente agli strumenti messi in campo dalle istituzioni per arginare gli effetti della crisi dovuta all’emergenza sanitaria, prosegue il processo di ristrutturazione della base imprenditoriale regionale. I comparti del manifatturiero maggiormente interessati dal processo di ristrutturazione della base imprenditoriale sono quelli legati alle produzioni del settore moda (meno 4,6 per cento rispetto al 2021), dell’arredamento (meno 2,9 per cento), delle forniture elettromeccaniche (meno 1,6 per cento).
I dati raccolti nel report pubblicato nel gennaio 2023 rivelano la presenza di Dehp (per ora entro i limiti), additivo utilizzato nella produzione di materie plastiche, il cui rilascio è dovuto alla degradazione.