Cesare Cremonini, ex frontman dei Lunapop e con una sfavillante carriera da solista, da giugno è in tour per l’Italia (ha fatto tappa anche a Padova proprio lo scorso 8 luglio). Tante le sue canzoni che brillano nella costellazione della musica italiana, in questi giorni cantate a squarciagola e con qualche lacrima nei vari stadi e palazzetti. Da buon bolognese e soprattutto sportivo e tifoso del Bologna, il ritornello di “Marmellata #25” ha superato la barriera dei fan più stretti, diventando patrimonio culturale per tutti gli appassionati di calcio e Formula 1 che si riconoscono in queste parole: «Ma, da quando Senna non corre più…Ah, da quando Baggio non gioca più… non è più domenica». È da diversi anni, oramai, che ci sentiamo un po’ più spaesati senza Ayrton Senna, prematuramente morto sul circuito di Imola, e senza il Divin Codino che proprio a Bologna, tra il 1997 e il 1998, ha vissuto la sua rinascita, gli ultimi folgoranti lampi, prima del ritiro, di un calciatore che ha unito davvero l’Italia. E che ci ha fatto piangere nel caldo dell’estate 1994, con quel calcio di rigore sbagliato nella finale del Mondiale Usa contro il Brasile. Di Roberto Baggio, inteso come giocatore con la sua cristallina classe, non ne nascerà un altro. Ma dallo scorso 6 luglio sappiamo che un altro Roberto Baggio – cioè che porta lo stesso nome e cognome e gioca a calcio – esiste: all’anagrafe Roberto Baggio Ribeiro Da Costa, è nato il 10 gennaio del 1996 in Brasile (è una beffa o la scelta di un padre tifosissimo della Seleçao per “ringraziare” l’errore dal dischetto dell’ex fantasista di Caldogno?) ed è trequartista del Sao Luiz. Ha il 10 sulle spalle e qualche giorno fa ha segnato la rete decisiva nel match contro il Brasil de Pelotas. Parliamo della Serie D brasiliana, lontano da palcoscenici internazionali, ma la passione per il calcio, soprattutto da quelle parti, non conosce categoria. E con quell’eredità d’omonimia così importante tanto è bastato per noi italica gente che corre dietro a una sfera di cuoio (anche se di cuoio non lo è più) di poter pensare che forse oggi è ancora un po’ domenica.