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Rubriche | I Blog/Terra terra - Antonio Gregolin

sabato 13 Marzo 2021

Sareste disposti a mangiare della verdura morta?

Immaginatevi il banco della frutta e verdura di un supermercato o di un mercato. L’occhio vuole la sua parte, così che mercanzia viene presentata nella forma migliore.

Antonio Gregolin

Ma questa selezione arriva già prima, quando il produttore cernisce i pezzi migliori e suddividendoli per categorie. Questo copre l’intera filiera, dalla selezione delle piante fino al consumatore, noi mangiamo con gli occhi prima che con la bocca. Regola di mercato consolidata quanto indiscussa. Il consumatore poi, è talmente assuefatto da questa tendenza che in molti casi ha smesso di porsi domande: compra e basta!

C’è però la tendenza di acquistare avendo la garanzia che la merce sia fresca. Di giornata. E i commercianti sono abili nel confermare che tutto è fresco, appena raccolto. Resta però un dettaglio che è come un nervo scoperto: molta frutta e verdura che acquistiamo, è in realtà interiormente morta! Morta, senza più vita al suo interno. Con l’industrializzazione del cibo, abbiamo prodotti sempre freschi tutto il tempo dell’anno. Identici e con lo stesso sapore. Così è stato studiato un metodo per arrestare il processo di germinazione che consiste di trattare molti ortaggi con dei raggi ultravioletti. A detta di molti, la luce ultravioletta è «il pezzo mancante del puzzle dell’illuminazione orticola» per la sua capacità di “stressare” le piante, rendendole più forti e capaci di scongiurare le malattie, migliorandone il sapore, la consistenza e il colore. Ad esempio, le fragole, possono essere coltivate per avere un colore più vibrante e il loro gusto può essere intensificato.

Si prevede che il mercato dell’illuminazione orticola crescerà di oltre il 180 per cento nei prossimi cinque anni. L’illuminazione a led offre: risparmi in termini di costi ed energia, maggiore eco-sostenibilità e tempi di vita più lunghi, di fatto potrebbe essere il prossimo livello di personalizzazione per le applicazioni orticole. Se la tecnologia risponde a buona parte dei fattori di salubrità del prodotto, un giovane amico contadino, ebbe modo di pormi una domanda spiazzante: «Compreresti mai delle cipolle o patate, sterili al punto da essere morte dentro?».

Per semplice che sia la questione, nasconde una profonda verità, che anche in questo caso è subordinata alla legge di mercato. «Pochi sanno – concluse l’agricoltore – che tutte le parti verdi e fresche di patate, cipolle o aglio, possono essere utilizzate nella stessa maniera che si utilizza il bulbo, con in più la certezza di mangiare verdura fresca e viva, che si differenzia molto da qualcosa di morto e sterilizzato». Proviamo a pensarci, e poi scegliamo!

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