Idee
No all’islamizzazione delle scuole italiane. Ci pensa la Lega, che con un suo deputato, Rossano Sasso, ha presentato alla Camera una risoluzione che impegna il governo a vigilare sulle attività scolastiche legate all’islam, garantendo che rispettino criteri di oggettività e trasparenza, previo consenso delle famiglie.
L’iniziativa è stata presentata con una conferenza stampa e a dar manforte al deputato Sasso, ecco l’eurodeputata, sempre leghista, Silvia Sardone, decisi a fermare la “deriva islamista” che starebbe colpendo le scuole italiane. Una deriva che si manifesterebbe in modo evidente da episodi ben conosciuti dalle cronache: scuole chiuse per il Ramadan, crocifissi rimossi dalle aule, visite didattiche alle moschee e recite natalizie cancellate per non offendere gli alunni di altre religioni.
Una vera battaglia da intraprendere, che la Lega – hanno annunciato i due esponenti del Carroccio – sosterrà anche con audizioni pubbliche con presunte vittime di “atti di sottomissione” legati a iniziative scolastiche.
Naturalmente le parole dei due politici sono state ampiamente riprese dai media, così come la precisazione dell’onorevole Sasso per cui non siamo di fronte ad allarmismi o islamofobia, bensì siamo semplicemente preoccupati “che la scuola sia un luogo dove bambini di tutte le religioni possano convivere pacificamente senza il predominio di uno sull’altro”.
Parole sante: la scuola come luogo di inclusione e di dialogo, rispetto, conoscenza. Quella stessa conoscenza che dovrebbe impedire di parlare di velo islamico come di “sacco dell’immondizia”, come sosterrebbe l’eurodeputata Sardone, per la quale andrebbero vietati tutti i tipi di velo.
Anche le parole hanno un peso. E se, ad esempio, si parla di pace urlando e in maniera prepotente, il messaggio che arriva all’interlocutore è quello della guerra.
Ora, se è vero che nelle nostre scuole sono state talvolta avviate pratiche che possono sembrare discutibili, peraltro da valutare nei singoli contesti, è altrettanto vero che proprio nelle aule scolastiche, grazie a docenti preparati e appassionati del loro lavoro, avviene la costruzione di una società inclusiva e rispettosa, con tutte le difficoltà che pure si presentano a fronte delle contraddizioni ben presenti nella società e nelle stesse diverse realtà familiari.
La scuola italiana – e prima ancora la nostra Costituzione – è garanzia di libertà e di rispetto verso tutte le religioni. Ha un’attenzione speciale alla religione cattolica, con un insegnamento curricolare – sia pure nei fatti facoltativo – che mira a far conoscere il cattolicesimo come patrimonio storico del popolo italiano, senza alcun fine di indottrinamento, in modo laico e tipicamente scolastico. Valorizzando inoltre il confronto con le diverse religioni e culture presenti nella storia e nella società.
Forse, dietro il timore per la presunta islamizzazione della scuola c’è l’istanza tutta politica della contrarietà allo “ius scholae” per la cittadinanza, cui la Lega si oppone con forza. Ma estendere la polemica con proposte che sanno esse stesse di propaganda non fa bene a nessuno.