Idee
Scuola e violenza: quante volte troviamo questi due termini affiancati. La cronaca, ad esempio, riferisce non di rado di episodi di bullismo e cyberbullismo tra giovani studenti, talvolta con esiti drammatici. Le aule scolastiche diventano in alcuni casi luoghi poco sicuri o comunque ambienti all’interno dei quali si sviluppano dinamiche aggressive e violente, che sfociano spesso anche all’esterno degli istituti.
Il rapporto Istat 2025 diffuso in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne segnala tra l’altro un aumento delle violenze sulle studentesse. L’autorevole rivista “Orizzonte Scuola”, parla di “allarme rosso” e segnala come il report evidenzi “un allarmante raddoppio della violenza sessuale tra le studentesse (29,1%) e le under 25, in netta controtendenza rispetto al dato nazionale stabile. A fronte di questa emergenza giovanile, crolla al 38,2% la fiducia delle vittime verso le Forze dell’Ordine, giudicate meno efficaci e protettive rispetto al passato”.
La questione della violenza sulle donne ha confini ben più ampi di quelli scolastici, tuttavia l’allarme è specifico e deve far riflettere. Sempre Orizzonte Scuola riassume come per le studentesse le violenze sessuali siano passate, dal 2014 a oggi (questo il range del rapporto Istat), dal 16,9% al 29,1%. E gli “aguzzini” sono sia talvolta i partner, sia più in generale amici, conoscenti, coetanei.
Un riscontro a questi dati viene dalle notizie di cronaca che fanno emergere situazioni drammatiche vissute spesso nel gruppo dei pari, anche in contesti che non presentano particolari condizioni di degrado.
L’abbinata violenza-scuola colpisce in modo speciale perché proprio l’ambito scolastico dovrebbe essere, nei confronti dei comportamenti violenti, un argine piuttosto che un luogo favorevole. A scuola, infatti, possono – e in mille occasioni avviene davvero così – essere coltivati gli anticorpi che si contrappongono a logiche di sopraffazione così diffuse nella nostra società.
La cura delle relazioni, l’attenzione educativa, il rapporto positivo tra generazioni: sono elementi che nella scuola trovano un posto speciale e possono indirizzare i più giovani verso atteggiamenti di collaborazione e cooperazione piuttosto che di violenza e sopraffazione. Certo occorrono poi anche i necessari strumenti protettivi, le regole ed eventualmente le sanzioni che possono indicare e limitare i comportamenti aggressivi.
In questa direzione, ad esempio, ci si è mossi nei confronti delle violenze commesse contro il personale scolastico, che secondo i dati del Ministero nei primi mesi del nuovo anno scolastico sono calate significativamente: solo 4 aggressioni, a fronte delle 21 registrate nello stesso periodo dell’anno scolastico 2024/2025 e delle 19 del 2023/2024.
Per il ministro, “un ruolo significativo lo ha giocato l’introduzione di sanzioni più severe nei confronti di chi usa violenza contro il personale scolastico e nessuna tolleranza verso ogni forma di aggressione nei loro confronti. Stiamo restituendo autorevolezza ai docenti e rimettendo al centro la cultura del rispetto”.
L’indicazione sulla “cultura del rispetto” è certo importante, sempre tenendo conto che si tratta di promuoverla non solo a scuola. Il Ministero sta insistendo, l’auspicio è di vedere presto i risultati.