MosaicoScuole agrarie Cresce l’interesse dei giovani che vi trovano opportunità occupazionali sia in campagna sia nel vasto comparto agroalimentare. Il 95 per cento dei diplomati negli istituti agrari tecnici e professionali padovani trova subito un impiego nel comparto. Crescono le imprese agricole condotte da under 40
Non c’è disoccupazione nel settore agricolo, anzi. La richiesta è forte, tanto che il 95 per cento dei neodiplomati agli istituti professionali e tecnici agrari padovani – tra i ragazzi che non proseguono gli studi all’Università – trova subito lavoro nel comparto. Sono i dati rilevati da Cia Padova in uno specifico report. Una volta conseguito il diploma, gli allievi vengono assunti nelle aziende agricole e agrozootecniche, nelle industrie agroalimentari e agroindustriali, nelle imprese commerciali del comparto e nei laboratori di analisi chimiche del suolo, dell’acqua e dei prodotti agroalimentari. Alcuni trovano lavoro anche nel settore delle bonifiche ambientali e negli uffici tecnici regionali, provinciali e comunali che si occupano di agricoltura, ambiente, ecologia e territorio. «I numeri – osserva il presidente di Agia, Associazione giovani agricoltori Cia Padova, Andrea Bonomi – ci dicono che c’è sempre maggior interesse per il settore agricolo da parte dei giovani. Il mestiere, al termine del ciclo di cinque anni, è garantito». Al risultato concorre anche la possibilità dell’alternanza scuola-lavoro, che permette agli allievi di entrare come tirocinanti all’interno delle imprese agricole. «È un percorso – continua Bonomi – che permette loro di mettersi in gioco e di sperimentare, nel concreto, il mestiere». Dopo il Covid le imprese agricole condotte da under 40 – rivela Cia Padova – stanno crescendo al ritmo del due per cento annuo, e le proiezioni evidenziano un ulteriore incremento nel lungo periodo. Ma non è tutto oro quel che luccica. «Rimane centrale la problematica del ricambio generazionale – prosegue Bonomi – che deve essere affrontata in maniera strutturale per poter garantire un sicuro proseguimento delle diverse attività aziendali. Se non c’è continuità i nostri territori rurali sono destinati a perdere dinamismo, con il rischio che venga meno la capacità di produrre cibo, di mantenere l’identità delle nostre comunità e dei paesaggi, e la sostenibilità». Per questo serve poter garantire agli agricoltori di portare a casa un equo reddito, mentre rimane un punto chiave l’accesso dei giovani al credito e alla terra.
Secondo Andrea Bonomi di Cia Padova, il comparto agroalimentare attira i giovani anche grazie all’alternanza scuola-lavoro che permette loro di entrare in azienda come tirocinanti.
