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Si fa chiarezza sul Cpia, Centro provinciale per l’istruzione degli adulti
Padova Lo spostamento del Centro provinciale per l’istruzione degli adulti ha generato polemiche. L’amministrazione rimarca la condivisione della scelta
Padova Lo spostamento del Centro provinciale per l’istruzione degli adulti ha generato polemiche. L’amministrazione rimarca la condivisione della scelta
Nessun ridimensionamento o riduzione delle attività del Centro provinciale per l’istruzione degli adulti (Cpia) con sede all’Arcella, quartiere a nord di Padova. A sgombrare il campo da preoccupazioni e polemiche sul futuro del centro, attualmente frequentato da circa 160 studenti (80 i cittadini stranieri iscritti ai corsi di prima alfabetizzazione e altrettanti quelli che seguono il percorso per ottenere la licenza media), è in questi giorni l’amministrazione comunale. Un chiarimento necessario in vista della ripresa delle varie attività e all’indomani di dubbi e polemiche sollevate da alcuni insegnanti ed esponenti politici (che proponevano l’utilizzo dell’attuale sede all’ex Marchesi, a loro dire a uso esclusivo di associazioni vicine alla giunta comunale), dopo la decisione di trasferire le atUn fondo regionale di 200 mila euro destinato a ristorare i danni alle imprese agricole nelle cosiddette aree a gestione programmata della caccia causati dalla fauna selvatica nel periodo che va dal 1° luglio 2023 al 1° luglio 2024. È quanto stabilito dalla relativa delibera della Giunta regionale, la 991 del 27 agosto 2024, la quale stabilisce che ogni singola azienda agricola potrà ricevere contributi da Avepa, l’Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura, fino a un tetto massimo di 25 mila euro. «La Regione si è prodigata per trovare le risorse, e questo è un ottimo risultato raggiunto – commenta Maurizio Antonini, direttore di Cia tività dall’Arcella ad altre strutture diffuse nei quartieri. «Il Cpia rimane un punto qualificante nei percorsi di vita di tante persone, che per diversi motivi hanno bisogno di formazione – sottolinea Cristina Piva, assessora alle Politiche scolastiche – Abbiamo trovato la soluzione migliore per tutti e su precisa richiesta dei dirigenti. È una polemica strumentale che speriamo finisca qui. Il Cpia non subirà riduzioni, anzi è destinato a crescere. Il trasloco in varie sedi diffuse è l’unica soluzione». Sulla vicenda interviene anche il direttore dell’ufficio scolastico territoriale Roberto Natale: «Abbiamo oggi la necessità di potenziare i servizi del Cpia la cui richiesta è in continua crescita negli ultimi anni. Il trasferimento della sede è un tassello di un progetto molto più complesso, sistemico, di livello provinciale, ed è l’attuazione di un accordo che abbiamo sottoscritto, qualche mesa fa, a fronte della necessità di potenziare i servizi di prevenzione della dispersione scolastica e in supporto all’inserimento lavorativo degli stranieri». Il caso della sede all’Arcella viene illustrato dalla dirigente uscente del Cpia Alessandra Bozzolan che ne aveva sollevato le criticità e l’esigenza di trovare soluzioni: «Per motivi storici il Cpia ha sedi per così dire “di risulta”, una o due stanze appena, spazi che sono inadeguati per affrontare in modo organico e continuativo le necessità di queste persone. Tutto il resto sono questioni di rilievo veramente piccolo di fronte all’importanza del progetto per le persone che ne beneficeranno». Le lezioni riprenderanno a ottobre nelle nuove sedi ubicate al piano superiore della scuola primaria De Amicis in via Citolo da Perugia e negli spazi della primaria Gianni Rodari in via Bajardi a Mortise. «L’offerta delle due nuove sedi esclusive e diversificate è un merito di un’amministrazione attenta a tutte le persone – prosegue l’assessora Piva – Abbiamo attentamente valutato, controllando uno per uno il domicilio degli iscritti e abbiamo verificato che entrambe le sedi sono adeguatamente raggiungibili. Anche l’anno scorso le attività erano ospitate in varie sedi e, in tutti i casi, il Comune è pronto a mettere a disposizione un bus. Per la sede alla Rodari a Mortise, in funzione di eventuali lezioni serali, abbiamo già contattato Busitalia per organizzare la disponibilità di una corsa in più ad hoc se le lezioni dovessero proseguire oltre l’orario normale del servizio». Nuovi progetti sono in cantiere sul fronte della convivenza e dell’inclusione, annuncia l’assessora al Decentramento, Francesca Benciolini: «Continueremo a lavorare assieme per cercare nuove possibilità: la collaborazione nata in questi anni potrà portare Cpia e Rete coesa (il gruppo di associazioni impegnato nella gestione collettiva della casa di quartiere, ndr) a nuove progettualità condivise che non potranno che migliorare la convivenza e l’inclusione sul nostro territorio».
Il Cpia di Padova ha avuto la propria sede presso l’istituto Briosco fino al 2020, anno in cui è stato richiesto dai genitori uno spostamento per evitare la promiscuità con la scuola primaria Leopardi. Nell’ambito del percorso partecipativo per la realizzazione della prima Casa di quartiere all’Arcella (negli spazi dell’ex scuola Rosmini, poi Marchesi), in accordo con il dirigente del Cpia del tempo Francesco Lazzarini, il Comune ha avviato una collaborazione che ha portato poi all’assegnazione, per la segreteria, dell’uso esclusivo di un locale all’interno della Casa di quartiere. Nella stessa delibera si ricordava come anche altri spazi sarebbero stati utilizzabili dal Cpia in un regime però di coordinamento e condivisione con chi avrebbe gestito la casa di quartiere. Successivamente la scuola ha manifestato l’esigenza di esclusività degli spazi per poter conservare il materiale informatico, da qui la necessità di spostarsi.