Fatti
Siccità, un piano veneto contro gli sprechi
La Regione ha firmato un’ordinanza in cui invita cittadini e amministrazioni a evitare consumi e predisporre azioni di emergenza per l’approvvigionamento
La Regione ha firmato un’ordinanza in cui invita cittadini e amministrazioni a evitare consumi e predisporre azioni di emergenza per l’approvvigionamento
Per il momento nessun divieto al consumo idrico, ma un forte appello a un uso consapevole della risorsa acqua evitando sprechi. È questo il senso dell’ordinanza sull’emergenza siccità firmata nei giorni scorsi dal presidente della Regione Veneto Zaia. «Siamo a un livello di allerta che non richiede di imporre razionamenti, punto al quale speriamo di non arrivare – ha sottolineato Luca Zaia – È, però, importante sensibilizzare con un atto formale i cittadini e tutte le istituzioni sulla necessità di non sprecare acqua, intervenendo, fra le altre misure, nell’irrigazione dei giardini, chiudendo i pozzi a gettata continua, evitando sprechi nelle acque ad uso pubblico». Il provvedimento prevede di incaricare i sindaci, sentiti i Consorzi, perché attivino con urgenza campagne di informazione «sull’uso accorto della risorsa idrica». Alla direzione Difesa del suolo e della costa viene demandato «ogni sforzo per garantire una sufficiente vivificazione dei canali» e si dispone di poter adottare «misure di contenimento dei prelievi da acque sotterranee per gli usi non prioritari». Tra le altre misure: la predisposizione di piani di emergenza per l’approvvigionamento potabile, interventi di riduzione delle perdite; la verifica della possibilità di orientare la gestione degli invasi «promuovendo l’accumulo»; la programmazione, da parte del Consorzio Delta Po, della «predisposizione della barriera alla risalita del cuneo salino sul fiume Adige»; l’introduzione dell’obbligo di analisi qualitative periodiche di acqua prelevata dai pozzi.La Regione ritiene, inoltre, necessario una sorta di “Piano Marshall” «per la realizzazione di nuove infrastrutture idrauliche». Tra queste gli invasi, disseminati sul territorio e a basso impatto ambientale, caldeggiati da Coldiretti con un progetto nazionale: «Un piano invasi è necessario per contrastare la siccità e aumentare la raccolta di acqua piovana – afferma Chiara Bortolas, responsabile Donne Coldiretti impresa Veneto e nazionale – Il Veneto recupera solo il 5 per cento della pioggia rispetto a una media nazionale dell’11 per cento, un dato preoccupante che dimostra quanto bisogno ci sia di investimenti in questo campo. Insieme ad Anbi e soggetti pubblici e privati, Coldiretti ha in programma una serie di interventi immediatamente cantierabili che garantiscono acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia». Aggiunge Bortolas: «La siccità sta già mettendo a serio rischio le produzioni. Il Po e i grandi fiumi sono in secca: un terzo del made in Italy a tavola, che si produce nella food valley della Pianura padana dove si concentra anche la metà dell’allevamento nazionale, potrebbe essere compromesso. A rischio è la produzione degli alimenti base della dieta mediterranea, dal grano duro alla salsa di pomodoro, dalla frutta alla verdura fino al mais per alimentare gli animali per la produzione di formaggi e prosciutti. Senza parlare del riso le cui previsioni di semina prevedono un taglio di ottomila ettari e risultano al minimo da 30 anni». Un patrimonio compromesso dalla situazione di scarsità di acqua in un 2022 in cui al Nord c’è un deficit idrico del 40 per cento rispetto alla media storica delle precipitazioni su dati Isac Cnr. «Bastano pochi accorgimenti per responsabilizzare tutti – conclude la responsabile Coldiretti – Gli agricoltori sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti».
La Regione Veneto e la Provincia di Trento uniscono le forze. Lo riferisce una nota congiunta del 20 marzo. Quello dell’Adige, che nasce in Trentino e poi sfocia nell’Adriatico, è il maggior bacino di approvvigionamento del Veneto.
L’Arpav riferisce che nei primi 15 giorni di marzo, sul Veneto, sono caduti mediamente 17 millimetri di precipitazione. Il valore medio (1994-2022) dell’intero mese di marzo è stimato in 65 millimetri.