Conoscere don Giovanni Nervo, il prete e l’uomo, a partire da dove tutto ebbe inizio, dai luoghi e dalle storie, personali e collettive, che ne segnarono il percorso di vita e di fede. È quanto hanno fatto le ragazze e i ragazzi della scuola secondaria di primo grado di Pove del Grappa e di Solagna, paese dal quale ha origine la famiglia Nervo, grazie a una due-giorni, alla fine dell’anno scolastico, sulle orme di don Giovanni. L’iniziativa è la prima promossa nel territorio nell’ambito dell’avvio, da parte della Diocesi di Padova, del processo di beatificazione del sacerdote e profeta della carità, fondatore e primo presidente di Caritas italiana. Il percorso era iniziato lo scorso marzo con una messa, celebrata a Solagna da don Luca Facco, nell’anniversario della scomparsa avvenuta il 21 marzo 2013. Una sfida, quella messa in campo dall’istituto comprensivo “Udino Bombieri-Scuola di Valbrenta”, impegnativa e stimolante perché ha voluto raccontare alle nuove generazioni una figura che ha ancora tanto da dire. «L’esperienza dei laboratori didattici su don Giovanni Nervo dal titolo “Caccia alla traccia” ha rappresentato una grande opportunità formativa per l’arricchimento delle competenze degli alunni» spiega la prof.ssa Roberta Campana che, insieme alla collega Olimpia Gobbo, nel ruolo di tutor, ha accompagnato i ragazzi di prima e seconda media nei luoghi che narrano la figura di don Giovanni. Tra questi la stazione ferroviaria di Solagna da cui la famiglia Nervo partì, costretta a lasciare il paese come molti altri profughi; la casa natale; le scuole elementari frequentate da don Giovanni dopo che la famiglia rientrò in paese, il cimitero, la Mensa di solidarietà a lui intitolata, fino al PalaNervo, il palazzetto dello sport comunale che porta il nome del fondatore della Caritas a cui stavano a cuore, prima di tutto, la crescita e la formazione dei giovani. Il luogo che più ha colpito gli alunni? «La stazione ferroviaria, un posto in cui la Storia e le storie si intrecciano in maniera potente – prosegue Campana – subito dopo la fine del Primo conflitto mondiale il paese si svuotò completamente: furono cinque i giorni di tempo concessi per lasciare tutto e salire su un treno, le famose tradotte, su cui prima partirono i soldati e poi i civili: uomini, donne, anziani, bambini. Un’evacuazione obbligatoria per i solagnesi a cui fu assegnata come destinazione Codogno, in Lombardia. Mamma Teresa partì che era incinta, Giovanni nacque pochi mesi dopo a Casalpusterlengo. I ragazzi sono rimasti molto colpiti da questo esodo, dal fiume di gente obbligato ad abbandonare le proprie case, la terra, il paese e partire con poche cose». I ragazzi hanno scattato foto, ascoltato la spiegazione dei luoghi e letto testimonianze storiche. Hanno poi rielaborato il materiale fotografico e le notizie creando un pannello fotografico stampato e messo a disposizione per altre occasioni, una presentazione in Powerpoint da cui è stato ricavato un Qr-code, da collocare in luoghi strategici di Solagna, per diffondere notizie sulla vita di don Nervo e una brochure cartacea. In entrambe le giornate i ragazzi sono stati ospiti per il pranzo della Mensa di solidarietà “Don Giovanni Nervo”, coordinata da Michela Bellò insieme ad altri volontari, sperimentando l’accoglienza, la testimonianza e lo spirito di servizio dei volontari. Prossimo appuntamento, il 20 settembre: un viaggio sulle orme di don Giovanni, da Solagna e paesi limitrofi a Casalpusterlengo, gemellato con Solagna proprio nel segno di don Giovanni. Il 2 luglio sono stati ricordati i 54 anni dalla fondazione di Caritas italiana istituita da papa Paolo VI con il compito di promuovere la testimonianza della carità con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica. «Mons. Giovanni Nervo, primo presidente, avviò questo cammino con uno sguardo profetico – si legge in una nota – sognando una Caritas che fosse espressione di una Chiesa capace di farsi prossima, accogliere, accompagnare».
La parrocchia del Carmine si prepara a festeggiare la patrona. Dal 13 al 15 luglio, predicazione nelle messe delle 8 e 19; rosario meditato alle 18.30. Mercoledì 16, memoria della Beata Vergine Maria del monte Carmelo, le messe si celebrano alle 7, 8, 9, 10 e 11; alle 12, preghiera dell’Angelus e benedizione dell’uva primaticcia. Alle 16, benedizione e imposizione dello scapolare. Le messe del pomeriggio sono alle 17, 18.30 e 20. Al termine della celebrazione delle 18.30, processione con l’immagine della Madonna del Carmine.