Idee
Come ogni anno anche questo è iniziato con migliaia di studenti sui banchi di scuola e per ogni famiglia questa non è una questione solo organizzativa ma anche economica. Andare a scuola costa, anche alla scuola pubblica, ed è necessaria molta oculatezza per fare in modo che le spese che occorrono possano essere sostenute senza eccessi. Vi sono prima di tutto i libri di testo il cui mercato anche dell’usato è molto diffuso. Si sa che una prima forma di responsabilizzazione che si può chiedere ai figli è quella di trattare al meglio possibile i volumi adottati perché possano essere rivenduti a buon prezzo. Spesso, però, il riutilizzo dei libri nel succedersi delle generazioni è ostacolato dal fatto che i docenti cambiano i libri di testo assai di frequente impendendo di fatto che per esempio due fratelli in rapida successione possano usare un testo soltanto. Capita che i genitori si coalizzino per chiedere agli insegnanti di fare un serio discernimento su quali effettive migliorie apportino allo studio i nuovi libri di testo, ma spesso prevale la comodità dell’insegnante e il suo insindacabile giudizio. Che la scuola abbia un prezzo è qualcosa che deve essere messo in evidenza in famiglia e non rimanere solo un onere dei genitori; è bene che fin da subito i ragazzi siano resi partecipi delle spese che occorrono e che questo li responsabilizzi molto. Non ci vorrà molto per capire che poter studiare è un diritto ma anche un privilegio a cui molti coetanei nel mondo non possono accedere. Con trasparenza i genitori possono dire ai loro figli quali spese devono sostenere perché essi frequentino le lezioni e tutto il corredo scolastico può essere scelto secondo criteri di sobrietà ed essenzialità da concordare insieme. Sempre più pervasivamente il mondo della cancelleria scolastica si connota come condizionato dal merchandising per cui ogni linea di prodotti si ispira a personaggi del mondo dei cartoni animati o dei fumetti con un conseguente rincaro dei prezzi e una notevole deriva consumistica. I ragazzi sono spinti a rincorrere il marchio più di moda del momento e a soddisfare i propri desideri collezionando oggetti il cui valore viene molto gonfiato proprio dalle regole del mercato. Bisogna che le famiglie non si lascino irretire da questi richiami, ma rimangano coi piedi per terra acquistando gli oggetti per quello che sono e non per quello che rappresentano nel mondo virtuale. Uno zaino, un astuccio, penne e
colori possono essere scelti fra quelli non di marca, ma altrettanto validi per l’uso che se ne deve fare. Certo ci vuole determinazione da parte dei ragazzi per potersi smarcare dai vincoli pubblicitari e saper non uniformarsi al così fan tutti. Per un ragazzo delle elementari o delle medie non è affatto scontato avere la maturità di non seguire la moda del momento e confrontarsi a scuola con i compagni senza avere gli stessi oggetti griffati. Un giovane, però, che già dimostra questo grado di autonomia sarà senz’altro più preparato a fare rinunce costruttive nell’andare a costituire il proprio bagaglio di attrezzatura scolastica. Rendersi conto di quanti sacrifici facciano i genitori per mandarli a scuola responsabilizza i ragazzi e li invita implicitamente a prendere sul serio lo studio e ad impegnarsi al massimo per un buon rendimento. È già da questi atteggiamenti che gli scolari possono mostrare la loro consapevolezza e così andare a scuola diventa davvero edificante.