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Striscia di Gaza: tra pandemia e conflitto, padre Romanelli (parroco), “abituati a essere rinchiusi, ancora riusciamo a sorridere”
“Gaza è considerata una enorme prigione a cielo aperto, dove è praticamente impossibile muoversi. Ma oggi, paradossalmente, tutto il mondo è una prigione a causa del Covid-19. I gazawi stanno sopportando meglio di altri questa chiusura perché abituati a vivere rinchiusi. Ed è forse anche per questo che qui a Gaza ancora riusciamo a sorridere”. Così il parroco latino della Striscia, padre Gabriel Romanelli racconta l'estate col Covid-19 a Gaza, dove nonostante tutto "c'è ancora voglia di sorridere e sperare"