Fatti
SustaIn4Food. La sostenibilità agroalimentare senza plastiche e con più iodio
SustaIn4Food. Per la ricerca un progetto che unisce Regione, Università e imprese
FattiSustaIn4Food. Per la ricerca un progetto che unisce Regione, Università e imprese
La pandemia ha indicato strade nuove e una di queste è certamente il progetto SustaIn4Food attivato con l’obiettivo di sviluppare nuovi prodotti e processi alimentari, ma soprattutto innovare il comparto agroalimentare veneto. Finanziato dalla Regione Veneto e coordinato dalla Rete innovativa regionale cluster biologico veneto promossa da Coldiretti Veneto, SustaIn4Food è uno studio per identificare modalità sostenibili, ridurre gli sprechi di risorse e cibo, trovare nuove fonti proteiche, ricercare alimenti economicamente competitivi e contemporaneamente funzionali o fortificati con composti bioattivi e antiossidanti che migliorino la salute dei consumatori. Il settore lattiero caseario, quello dei prodotti da forno, il vitivinicolo e l’allevamento sia ittico che per la produzione di carne sono i campi di azione della ricerca che ha coinvolto un team di docenti universitari di Padova e Verona che, in collaborazione con Cnr e Veneto agricoltura, hanno lavorato a stretto contatto con una quindicina di aziende del territorio.
«Questa collaborazione concreta con gli enti di ricerca ha posto l’attenzione su due parole chiave: sostenibilità e innovazione – spiega Coldiretti a conclusione del convegno, organizzato a Padova nella sede della Città della Speranza, venerdì 16 dicembre per restituire il risultato del lavoro – Le azioni scientifiche hanno riguardato acqua, utilities (società dei servizi pubblici,ndr), gestione fanghi e reflui, pre-ingrasso delle vongole, e ancora la presenza di iodio negli alimenti, microplastiche, l’impronta idrica (l’indicatore del consumo di acqua dolce di utenti e servizi, ndr)». In particolare il lavoro ha permesso lo sviluppo di un prototipo di spettroscopia per la valutazione della qualità della carne nelle strutture di macellazione e di trasformazione; la valorizzazione dello iodio come minerale essenziale per la salute del consumatore, elemento che si trova “tradizionalmente” nel pesce ma anche nel latte fresco; di individuare nuove tecnologie di confezionamento con elevate caratteristiche di eco compatibilità e di miglioramento della shelf-life (la vita del prodotto sullo scaffale) dei prodotti agroalimentari. «Per la prima volta, probabilmente in ambito nazionale, è stata ricercata la presenza delle microplastiche in alcuni prodotti agroalimentari fornendo interessanti indicazioni per il miglioramento dei processi di trasformazione e nella scelta dei migliori packaging – ha concluso Martino Cerantola presidente di Coldiretti Vicenza e della Rete innovativa regionale cluster biologico veneto – Inoltre, è stato possibile approfondire l’importanza dei prodotti lattiero caseari come fonte di iodio. Grazie alla dinamicità del comparto e alla grande professionalità delle imprese l’esito del lavoro è soddisfacente per l’apertura dimostrata fra agricoltura, industria e mondo della ricerca, che ha attivato un inclusivo e reciproco scambio di conoscenze e competenze che sono e saranno la base per sviluppare altre collaborazioni».