Mosaico
Tagliare la spesa o cambiare abitudini?
I consigli e le osservazioni degli agricoltori padovani di Campagna Amica aiutano a combattere il caro spesa
I consigli e le osservazioni degli agricoltori padovani di Campagna Amica aiutano a combattere il caro spesa
C’è la crisi? Gli italiani non stanno con le mani in mano. Tagliano il carrello della spesa, cercando di non abbassare la qualità del cibo, cucinano di più in casa, si cerca anche di risparmiare sul gas. L’estate “asciutta” ha portato a un maggiore uso, stima il comune di Padova, della bicicletta, ed è in ripresa dopo la pandemia il car sharing mentre crescono i punti di ricarica per la mobilità elettrica. Insomma, un cambio di mentalità. Sarà vero? Osservatorio privilegiato per i cambi di costume sono i mercati degli agricoltori. «C’è incertezza, ma i consumi non sono cambiati di molto, per il momento – racconta Cinzia Alicardo, responsabile Campagna Amica di Coldiretti Padova – anche se nelle iniziative straordinarie, come quelle domenicali, c’è un calo. Le spese quotidiane invece tengono e i mercati agricoli pure: anche quest’anno ne sono nati di nuovi».
Che strategie adottano le famiglie per “sopravvivere”?
«Le famiglie, soprattutto quelle con più figli, cercano di cambiare se non le quantità la tipologia di prodotto, ottimizzando le risorse. Un esempio tipico è la scelta di un taglio di carne che costi di meno: così non si diminuisce il valore nutritivo, perché quello rimane, ma solo il costo economico. Oppure si va su prodotti che riempiono, come la zucca, che costa poco. Stanno andando bene quest’anno anche le verdure da fare cotte. Quello che può aspettare è lo sfizio, come il sott’olio».
In lockdown si cucinava molto in casa: torna di nuovo?
«Assolutamente: sono in crescita gli acquisti di farine e anche di uova, proprio perché c’è chi si fa le cose in casa».
I produttori riescono a venire incontro ai clienti?
«Cercano, quello che possono fare però è assorbire gli aumenti senza scaricarli sui consumatori: finora ce l’hanno fatta, non saprei dire però quanto possono resistere. Un’altra cosa che possono fare, e fanno sempre volentieri, è dare consigli sugli acquisti e su come consumare i prodotti di stagione».
Acquistare al mercatino agricolo conviene davvero?
«Certo! Forse non si troveranno alcune offerte stracciate che ci sono nei supermercati, ma si trovano verdure solo di stagione. I prodotti freschi sono più gustosi, quindi se ne può usare di meno e se ne butta via di meno, come scarto. E si possono congelare. Il risparmio va conteggiato nel costo complessivo: più cibo fresco uguale meno integratori».
Qualche altro consiglio?
«Il porro: si usa la parte bianca ma anche quella verde, così come per le cipolle col ciuffo: se sono fresche vanno spadellate per fare un saporito contorno. Oppure zucca: costa poco, sazia e fa bene, si cucina in padella e una volta cotta entra in tantissime ricette, dai contorni al riso alle minestre. E perché non riscopriamo gli usi di un tempo? Si comprano le fette biscottate ma si butta il pane secco: usiamolo invece nei minestroni al posto della pasta».
Anche i padovani fanno i conti con il caro bollette e tagliano gli acquisti alimentari, ma sono però costretti a spendere di più a causa dei rincari determinati dalla crisi energetica e delle materie. Cosa ne pensa un Gas, ovvero gruppo di acquisto? «Nonostante gli aumenti – racconta Rita Furlan, responsabile di Tuttogas delle Acli di Padova – gli ultimi dati ci dicono che c’è ancora veramente tanto spreco di cibo. Viene persino da chiedersi se veramente la crisi tocchi tutti, o solamente i soliti più a rischio. Ecco, il vero segnale di un reale progredire della nostra società dovrebbe essere l’avanzata della mentalità del “non spreco”, anche se il cibo costasse poco». Secondo la Furlan, il fatto che non si compri solo perché la roba oggi costa troppo, non è un segno positivo perché non indica un cambio di prospettiva: il passaggio è riabituarsi, come un tempo, a non comprare semplicemente perché non serve, così come a non usare l’auto quando non è necessario, perché inquina e non è salutare. Al Gas si è notato un cambio negli acquisti? «Il Gas è formativo, e noto che le persone comprano solo cose strettamente necessarie, in quantità che bastino per i 15 giorni che è la nostra cadenza di apertura. Credo però che chi si approccia a un Gas abbia già un rispetto del cibo che lo indirizza al non spreco». Quanto ai prodotti, al gas si socializza, ci si scambiano informazioni e si impara a conoscere nuovi prodotti. «Si impara soprattutto ad apprezzare la qualità dei cibi freschi siano essi carne, formaggi o verdure, e a mangiarne il necessario. Un esempio? «Le mele di stagione – racconta la Furlan – raccolte mature a km 0 nell’Alta Padovana. Un profumo che si espande per la casa…»