Tanzania, clima teso e Paese diviso dopo il voto e la repressione

Il clima in Tanzania resta fortemente teso dopo le violenze post-elettorali del 29 ottobre, represse con la forza e costate migliaia di vittime. I vescovi cattolici denunciano brogli, uso eccessivo della forza e gravi violazioni dei diritti umani, chiedendo un’indagine indipendente e una nuova Costituzione. La presidente Samia Suluhu Hassan respinge le accuse e attacca la Conferenza episcopale e gli organismi internazionali. Nel giorno dell’indipendenza del Tanganyika le manifestazioni sono state vietate, con strade presidiate dall’esercito. Cresce il timore di una deriva autoritaria e di un conflitto interreligioso. Il parere di fra Paolo Boldrini, missionario da 40 anni in Tanzania.