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Tende accampate per scioperare per il caro-affitti
Tende accampate. I fuori sede dell’Università di Padova protestano davanti al Bo contro i prezzi troppo alti per studiare e vivere in città. E chiedono risposte al ministro Bernini
IdeeTende accampate. I fuori sede dell’Università di Padova protestano davanti al Bo contro i prezzi troppo alti per studiare e vivere in città. E chiedono risposte al ministro Bernini
«Ci siamo accampati qui una settimana fa, oggi (martedì 16 maggio, ndr) è il settimo giorno perché crediamo che il problema abitativo sia diventato insostenibile». Teresa Cozzi, 20 anni, è studentessa di Archeologia e rappresentante del Senato accademico. Davanti all’ingresso principale di Palazzo Bo a Padova ci sono una decina di tende. A occuparle una ventina di ragazzi, studenti, fuori sede. La protesta è quella che coinvolge un po’ tutte le sedi universitarie italiane: il caro alloggi.
«Abbiamo chiesto all’Esu di stanziare dei fondi per rendere gratuita la mensa a tutte le persone che sono risultate idonee beneficiarie che non hanno ricevuto la borsa di studio – prosegue Teresa Cozzi – Pagano 2,70 euro e si sono trovati senza borsa di studio e senza residenza convenzionata. Anche questo sarebbe un piccolo passo per cercare di garantire una vita migliore a chi ha scelto questa città per studiare». Che cosa è emerso dagli incontri con l’amministrazione comunale e i vertici dell’Università patavina? A rispondere è Domenico Amico, 23 anni studente fuori sede di Statistica, referente del Coordinamento studenti per Udu Padova: «Abbiamo trovato delle soluzioni veloci per un mercato immobiliare che non è facile da gestire. L’amministrazione di Padova ci ha confermato di voler passare a una manovra che consisterà nel detrarre l’Imu agli affittuari che passano da un canone turistico a uno per studenti. È una manovra importante, è un segnale. D’altro canto l’Università ci ha confermato di voler lavorare anche sui trasporti perché il tema del caro affitti coinvolge il tema del caro vita: la vita universitaria costa troppo, costano i trasporti, costa la mensa. Abbiamo chiesto anche all’Ente regionale per il diritto allo studio di avere dei pasti mensa gratuiti perché con questi prezzi noi non reggiamo. Abbiamo chiesto segnali veloci ed efficaci che ci facciano capire che le istituzioni hanno a cuore questa protesta». Venerdì 19 maggio è in programma una mobilitazione nazionale con tappa a Verona, dov’è presente la ministra Anna Maria Bernini per inaugurare l’anno accademico.
Cosa le chiedete? «Un maggiore investimento: 660 milioni di euro stanziati che erano già previsti non sono sufficienti, sono briciole e soprattutto saranno investimenti di cui usufruiranno i privati. Vogliamo un serio provvedimento da parte del Ministero sulla residenzialità pubblica. Un serio progetto che vada da qui ai prossimi anni. Vogliamo vedere i risultati adesso, vogliamo vedere nuove strutture e ristrutturazioni per avere già dall’anno prossimo nuovi posti letto e alloggi. È possibile, serve un investimento maggiore».