Idee
Terra terra. Sporcarsi le mani salva la vita, come ai 4 fratellini colombiani
C’è una stretta dipendenza tra la felicità, intesa come rilascio di serotonina e dopamina nel sangue e il lavoro compiuto con le nostre mani.
IdeeC’è una stretta dipendenza tra la felicità, intesa come rilascio di serotonina e dopamina nel sangue e il lavoro compiuto con le nostre mani.
Come legare allora l’aspetto chimico con l’incredibile fatto di cronaca di qualche giorno fa, il ritrovamento di quattro fratellini colombiani, Lesly (13 anni), Soleiny (9), Tien Noriel (4) e Cristin (1 anno compiuto mentre si trovava nella selva), vittime di un incidente aereo in cui sono morte tre persone tra cui la loro madre? Partiamo dalla citazione di Maria Montessori: «Le mani sono gli strumenti propri dell’intelligenza dell’uomo che danno forma e concretezza al pensiero umano». Cosa che non si concilia con quei genitori che scoraggiano i propri figli nel toccare la terra, ignorando che le stesse difese immunitarie si rinforzano… È (o sarebbe) fondamentale per chiunque fare esperienza con gli elementi, considerando l’imprevedibilità del pianeta su cui viviamo. Tornando all’incredibile esperienza dei quattro fratellini ritrovati dopo quaranta giorni di ricerche, quella che rimane una tragedia è parsa al mondo come una terribile favola a lieto fine. Gli stessi bambini scappavano con la madre Magdalena per ricongiungersi al papà Manuel Ranoque, ex governatore della riserva indigena di Puerto Sabalo, dopo le minacce di morte dei guerriglieri. La madre, stando al racconto postumo fatto dai bambini, è stata vegliata da loro per quattro giorni prima di vederla spirare. E lei che li avrebbe incitati a raggiungere il papà. Di lì, la volontà di iniziare il viaggio per la vita. Fondamentale è stata una scorta di farina di manioca che avevano portato sull’aereo, e mangiata poi per giorni. «Un mistero che sorprende tutti» è stato detto, visto che nell’area dove sono caduti non ci sono grotte, la foresta non è fitta, e la zona era stata battuta in lungo e in largo da migliaia di militari colombiani e alcune guide indios locali. Per sopravvivere, Lesly, Soleiny, Tien, e Cristin si sono lasciati guidare dalle loro «conoscenze ancestrali» trasmesse dalla nonna, che si sono dimostrate vitali. Hanno improvvisato bende per proteggersi i piedi e costruito capanne per ripararsi dalle piogge. Il resto è fortuna. Determinante si è dimostrata l’esperienza che hanno ricevuto e vissuto, “sporcandosi le mani”. La natura per quanto dura, è per tutti un laboratorio incredibile e per questa ragione, rivelare il proprio pensiero nella manualità a contatto con essa, resta un privilegio di cui chi può, deve servirsi. Manipolare le cose è un diritto e un valore che potrebbe salvare il pensiero e la vita di molti nostri bambini “immacolati”, che oggi si sporcano le mani solo con lo schermo di un telefonino.