Mosaico
Terrestre: la mostra di Elio Armano
Terra, come il mondo che abitiamo, ma anche come la materia primordiale di cui siamo fatti e con la quale diamo forma ai nostri pensieri e alle nostre emozioni.
MosaicoTerra, come il mondo che abitiamo, ma anche come la materia primordiale di cui siamo fatti e con la quale diamo forma ai nostri pensieri e alle nostre emozioni.
Un doppio significato che sta alla base di “Terrestre”, la mostra antologica che celebra l’artista padovano Elio Armano, figura eclettica e intensa dell’arte contemporanea in cui si fondono arte e impegno civile. Aperta al museo Eremitani fino al 6 aprile 2025 (due giorni dopo l’ottantesimo compleanno del maestro), l’esposizione è curata da Stefano Annibaletto e da Francesca Veronese ed esplora la poetica di Armano attraverso opere in terracotta dalla forte connotazione simbolica e umana, presentate in dialogo con i reperti archeologici della collezione permanente del Museo. Il percorso si apre con i “Giardini in scatola”, complessi paesaggi vegetali in cornici prospettiche che evocano le atmosfere di Francis Bacon. Ogni opera ondeggia tra geometria, astrazione e simbolismo: dalle “Edicole votive” ai “Rilievi”, fino ai “Paesaggi” dalle forme ispirate alla natura. Di grande impatto visivo ed emotivo anche “Bestiario”: una serie di teste umane trafitte o deformate che rappresentano i condizionamenti della cultura di massa e le pressioni sociali, suggestivamente posizionate nell’esposizione attorno un antico idolo mesopotamico risalente al IV millennio avanti Cristo. Accanto, la grande scultura della “Città” rappresenta un luogo simbolico e utopico, con riferimenti all’Africa e all’umanesimo di Tommaso Campanella. La mostra presenta anche due versioni, quella originale in gesso del 1964 e quella in bronzo realizzata recentemente, di Uomo macchina, uno dei lavori più iconici dell’artista, espressione delle tensioni tra uomo e tecnologia. Nato a Padova il 4 aprile 1945, Elio Armano studia all’istituto d’arte Pietro Selvatico, prosegue poi gli studi all’Accademia di belle arti di Venezia, dove è allievo dello scultore Alberto Viani. Negli anni Sessanta riceve il premio di scultura dell’Opera Bevilacqua La Masa, e inizia a collaborare come scenografo e costumista con il teatro popolare di ricerca di Padova. Entra in contatto con personalità della cultura veneta come Tono Zancanaro, Augusto Murer e Andrea Zanzotto, e si allarga anche all’impegno politico, con l’elezione a sindaco di Cadoneghe e l’incarico di vicepresidente del Consiglio regionale veneto. (D. M. D. A.)