«Erano vari anni che non veniva convocata un’assemblea diocesana. Il periodo del Covid e poi la celebrazione del Sinodo hanno creato infatti un calendario diverso. Quest’anno l’assemblea è davvero particolare». Don Leopoldo Voltan, vicario episcopale per la pastorale, introduce così l’appuntamento di mercoledì 18 giugno, dalle 19.30 alle 21 in Cattedrale. Sono invitati rappresentanti delle parrocchie, presbiteri, diaconi, l’Assemblea sinodale, la Consulta delle aggregazioni laicali, consacrate e consacrati.
Un’assemblea diocesana particolare… perché?
«Portiamo a compimento il primo passo di attuazione del Sinodo legato alle collaborazioni pastorali e ci apriamo al secondo, i ministeri battesimali. È un’assemblea diversa anche nei modi: di solito era posta a inizio anno pastorale, qui invece al suo termine; di solito era al mattino ora invece alla sera. L’occasione è propizia anche perché siamo nei 400 anni dalla nascita di san Gregorio Barbarigo, santo di riferimento per la nostra Diocesi. Convenire insieme è sempre importante: ci apre a una dimensione più grande dell’essere Chiesa diocesana, esprime l’unitarietà dell’intera Diocesi con il vescovo; indica le strade concrete che costruiscono la comunione ecclesiale».
Cosa succederà il 18 giugno?
«L’assemblea da una parte configurerà la nuova “geografia” diocesana. Quindi verrà dato il via alle 47 collaborazioni pastorali e consegnato il “mandato” ai coordinatori (un presbitero e un laico). Poi verranno presentati i vicari foranei nominati dal vescovo a partire dalle indicazioni delle congreghe. Dall’altra parte, l’assemblea comincerà ad abbozzare il prossimo anno pastorale dedicato alla sensibilizzazione verso i ministeri battesimali. Ringrazio tutte le parrocchie per come hanno vissuto e interpretato questo primo anno di attuazione del Sinodo: un impegno davvero capillare e sentito. E poi vorrei ringraziare chi inizia come coordinatore e vicario foraneo».
Cosa prenderà il via da ciò che verrà “consegnato” alla Diocesi?
«Avverto tanta attesa sia per la partenza delle collaborazioni che per le equipe dei ministeri battesimali. Riguardo alle collaborazioni per me è importante sottolineare quanto scritto nella lettera post sinodale e cioè che nessuna parrocchia si senta da sola nelle sfide pastorali del nostro tempo e faccia rete con quelle vicine. Poi sono convinto che ogni collaborazione, all’interno di un perimetro diocesano condiviso, elaborerà creativamente il proprio percorso. Riguardo ai ministeri: possono davvero rappresentare una leva di cambiamento. Permettono di ricentrarci sul battesimo, di sentirci tutti più corresponsabili dell’annuncio del Vangelo, e di ripensare anche il ruolo dei presbiteri e dei diaconi».
«L’accentuazione, rispetto ai ministeri battesimali, è quella della forma e visione di Chiesa che può favorirne la nascita – sottolinea don Voltan – Quindi non tanto la preoccupazione di riorganizzarci quanto la disponibilità ad accogliere il modo di essere Chiesa, suggerito dal Vaticano II. Poi, come dico spesso, l’attuazione del Sinodo ha bisogno di un’adesione non solo effettiva, ma anche affettiva: sentirci tutti nella stessa storia e barca. Un momento diocesano può risvegliare entusiamo e passione: la gioia del Vangelo».