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“Attaccando Kiev, Mosca ha intrapreso – per usare le sue stesse parole – una ‘crociata’ che fonde poteri temporali e spirituali in una guerra ingiusta e di insensata crudeltà, che purtroppo trascina la Russia, nonostante la sua profonda pietà, in un abisso di empietà”. Lo ha detto il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, intervenendo questa mattina a Lourdes all’assemblea plenaria dei vescovi francesi, che si terrà nel santuario mariano da oggi fino al 9 novembre. “Questa nuova alleanza tra trono e altare è fondamentalmente contraria al Vangelo e all’Ortodossia”, ha detto Bartolomeo. “La tragedia delle donne e dei bambini ucraini, sottoposti quotidianamente a un diluvio di bombe e missili, è anche la nostra tragedia”. La mattinata è stata dedicata alla lotta contro la violenza, con una meditazione spirituale a due voci guidata dal vescovo Shomali, vescovo ausiliare del Patriarcato latino di Gerusalemme, e da mons. Rantsya, vescovo dell’Eparchia di San Vladimiro il Grande di Parigi degli ucraini bizantini. Il patriarca Bartolomeo ha osservato: “Sappiamo che la crisi che il nostro mondo sta attraversando non si limita a tensioni politiche, guerre o squilibri economici. È più profonda: è una ferita spirituale. L’umanità ha dimenticato la propria anima. Abbiamo smarrito il senso del sacro e, con esso, il senso della fraternità”.
“Quando Dio scompare dalla vista dell’uomo – osserva il patriarca ortodosso -, la terra diventa una risorsa da sfruttare, l’altro un rivale da temere, e la vita stessa una merce. La rottura con il Creatore genera la rottura tra le creature. È da questa amnesia spirituale che nascono violenza, paura e ingiustizia”. Bartolomeo delinea per i cristiani una “responsabilità”: “ricordare al mondo che la pace non si costruisce solo sulla ragione umana, ma sul riconoscimento del divino in ogni persona. La pace non è semplicemente assenza di conflitto, ma comunione, ascolto e perdono. È il frutto di cuori e anime riconciliati e aperti alla trascendenza”. Bartolomeo ha concluso il suo intervento ricordando che presto avrà “l’immensa gioia fraterna di accogliere Sua Santità papa Leone XIV al Fanar di Istanbul”, prima di “intraprendere insieme un pellegrinaggio a Nicea, oggi Iznik, per celebrare il 1700° anniversario del primo concilio ecumenico che definì il nostro Credo comune nell’Incarnazione del Verbo attraverso il Fiat della Vergine Maria”.