Riparte l’iter per il nuovo Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp), o meglio per la “variante generale” del piano precedente, ormai ventennale. A fine giugno si è tenuto un primo incontro (foto sotto) con i rappresentanti di Comuni, categorie economiche e ordini professionali, in cui è stata presentata la conclusione della fase preliminare, ovvero l’analisi territoriale. Il lavoro, curato dall’Ufficio Pianificazione Territoriale – Urbanistica della Provincia di Padova, segnerà lo sviluppo del territorio provinciale nei prossimi 25 anni. Il Ptcp è infatti lo strumento di pianificazione che definisce le linee guida e gli obiettivi per l’assetto del territorio provinciale, tenendo conto delle sue caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche, paesaggistiche e ambientali. L’attuale piano era stato adottato nel 2004 e approvato nel 2006, dopo un iter durato cinque anni. «Siamo partiti un anno e mezzo fa – spiega Daniele Canella, vice presidente vicario della Provincia di Padova – con la consapevolezza che fosse necessario rivedere profondamente il Piano. Il mondo è cambiato radicalmente negli ultimi vent’anni e l’impianto pianificatorio degli anni Duemila si rivela non più in grado di rispondere alle esigenze attuali. Le nuove sfide impongono una revisione completa, concertata e lungimirante. Oggi è per noi il “giorno zero”, è come scattare una fotografia nitida del nostro territorio dopo 25 anni: conoscere cosa siamo diventati dal 2000 a oggi è fondamentale per pianificare come vorremo diventare nei prossimi 25 anni». Per il nuovo Piano si dovrà quindi considerare il sistema produttivo e quello viabilistico alla luce delle tematiche come i cambiamenti climatici, l’energia e la sostenibilità ambientale, la tutela e la valorizzazione del paesaggio, il turismo lento, con una particolare attenzione alla mobilità dolce e alla ciclabilità. «Ripartiamo da una base che tiene conto degli strumenti realizzati in passato – aggiunge Canella – i Piani di assetto del territorio comunali e intercomunali (Pat e Pati), nuove normative e strumenti che ci permettono di costruire un piano attuale e realistico. Andremo a ridisegnare il Piano partendo dal sistema produttivo e dal sistema viabilistico, che sono il “cuore” delle competenze della Provincia, inserendo quegli elementi strategici che 25 anni fa avevano un peso diverso rispetto a quanto hanno oggi, come i cambiamenti climatici e il turismo sostenibile». Si apre quindi ora la nuova fase di confronto con i territori: da settembre inizieranno poi i tavoli tematici con i sindaci, gli amministratori e i vari portatori d’interesse.
Un Parco delle mura e delle acque è sempre più nel cuore dei padovani: da anni ne dibattono studiosi e cittadini, e lo hanno fatto anche a una recente conferenza organizzata dalla Provincia di Padova, che ha fatto il punto della proposta con l’intento di promuovere la formazione di un Comitato scientifico e di un Gruppo di lavoro, e cercare l’ottenimento dei primi finanziamenti. Il tema è infatti importante e vede impegnate le principali associazioni culturali e di tutela ambientale locali: in ballo c’è la realizzazione di un vero e proprio percorso integrato di conoscenza, divulgazione, recupero e valorizzazione non solo degli undici chilometri di mura rinascimentali, ma anche del sistema di canali e fiumi che si diramano ed estendono al palinsesto storico-geografico del territorio, e alla rete degli antichi nuclei storici comunali e rurali, delle ville venete e delle aree agricole ancora integre. Si tratta quindi di un sistema culturale, paesaggistico ed ecologico, che dal centro di Padova in parte si lega a Treviso, Venezia, Rovigo e Vicenza, lungo i corsi d’acqua dal Sile al Brenta, alla Laguna, all’Adige e al delta del Po; un patrimonio naturalistico e di turismo sostenibile che, nella sfida ai mutamenti climatici, è sempre più attuale e che interessa oltre trenta comuni padovani. Quello di Padova sta già operando per il Parco delle mura attorno al centro storico, ma per l’attuazione di un progetto così ampio si richiedono forme di coordinamento politico e tecnicoorganizzativo di livello superiore, e l’adozione di una progettualità unitaria su scala sovracomunale. L’avvio della progettazione del nuovo Piano urbanistico provinciale è un’occasione per dare nuovo impulso al percorso.