Per costruire “un luogo degno per l’esecuzione e il godimento di musica nobile e seria”. Questa la volontà dell’armatore e mercante tedesco Carl Heinrich Laeisz (pronunciato “Leiß”) che nel 1901 lascia in eredità alla sua città, Amburgo, 1,2 milioni di marchi. Un fondo poi aumentato a 2 milioni di marchi dalla vedova, Sophie Christine Laiesz.
Tre anni più tardi, in quella che all’epoca era la Holstenplatz – oggi Johannes Brahms Platz – iniziano i lavori per la Laeiszhalle, la più grande e moderna sala da concerto tedesca dei primi del Novecento. Vero e proprio esempio di mecenatismo borghese anseatico, la Laeiszhalle viene costruita in stile neo-barocco anseatico su un terreno messo a disposizione dalla città, seguendo il progetto degli architetti Martin Haller e Emil Meerwein.
Il progetto, che riflette l’identità architettonica unica della città di Amburgo, prevedeva che nella sala grande – con 2025 posti a sedere, mentre quella più “piccola” di posti ne conta 640 – era prevista la realizzazione di un organo. L’incarico viene affidato alla ditta E.F. Walcker & Cie. che dà vita ad un vero e proprio capolavoro, un organo in stile romantico tedesco con 73 registri, tre manuali (tastiere) e pedale (la tastiera che viene suonata con i piedi), più una trasmissione. Uno strumento all’avanguardia per l’epoca, dal momento che era dotato di un rivoluzionario sistema di azionamento elettrico a cingoli, che consentiva di installare una consolle che poteva essere abbassata e nascosta nel palcoscenico.
Ed è la voce dell’organo Walcker che risuona nella sala grande nel 1908 quando, con l’inaugurazione della Laeiszhalle si apre una nuova era per la scena culturale della città, che nel 1833 ha dato i natali al celebre pianista e compositore Johannes Brahms.
L’organo Walcker riempie delle sue note la sala grande della Laeiszhalle fino al 1950 quando, i responsabili di allora decidono di “metterlo in pensione”, spostandolo e ricostruendolo nel teatro Thalia di Wuppertal. Tre anni più tardi, però, il teatro Thalia viene venduto all’Ufa (“Universum-Film Aktiengesellschaft”, casa di produzione e di distribuzione tedesca, fondata a Berlino il 18 dicembre 1917) che non è interessata a rilevare l’organo, che viene così rimesso in vendita. Nel 1954 le canne vengono riutilizzate da Walter Seifert per la costruzione del nuovo organo nella chiesa di St. Engelbert a Colonia.
E nella Laeiszhalle? Nel 1950 all’organaro amburghese Rudolf von Beckerath viene affidato il compito di costruire il nuovo organo per la sala grande. La facciata era quello dell’organo Walcker, ma dietro il suono era diverso, progettato in stile neobarocco, secondo quello che era il gusto musicale dell’epoca. Uno strumento con 59 registri, e 4.527 canne – di legno e di metallo – collegate a quattro manuali e un pedale.
Beckerath aveva da poco un organo realizzato un organo per la chiesa di S. Elisabetta. Ma l’acustica di una sala da concerto è altra cosa, rispetto a quella di una chiesa. E la gestione meccanica delle tastiere ed elettrica dei registri – innovativa per l’epoca – nella Laeiszhalle non sortisce lo stesso successo. L’organo risulta assai carente nei registri gravi e il suo suono non è in grado di riempire la sala, tanto che chi è seduto nelle ultime file riesce a malapena a sentirlo. Diversi sono stati i tentativi fatti per migliorare la pienezza del suono con mezzi elettronici, ma tutti sono falliti.
In vista di una ristrutturazione generale, i gestori della Laeiszhalle decidono di mettere in vendita l’organo Beckerath, rimasto forzatamente “in silenzio” per decenni, che finisce così nel 2021 su un forum online. Ed è qui che viene scoperto da Jürgen Kerz, organista di Münchberg, cittadina bavarese di 10.200 abitanti che si trova circa 120 km a nord di Norimberga. È lo stesso Kerz a trattare l’acquisto dello strumento a favore della comunità parrocchiale evangelica che da più di una dozzina di anni attende un nuovo organo, dal momento che non è stato in alcun modo possibile recuperare quello vecchio, smontato durante i lavori di ristrutturazione della chiesa dei Santi Pietro e Paolo, avviati nel 2012.
È così che l’organo Beckerath è stato venduto per il prezzo simbolico di un euro.
“Cosa si può volere di più? – ha commentato in questi giorni Kerz ai microfoni della Bayerische Rundfunk BR – Per noi della comunità parrocchiale di Münchberg è stato come vincere al lotto”.
Nella transazione è stato concordato che le spese per il ritiro dello strumento fossero interamente a carico della parrocchia. Così come quelle per la costruzione di un nuovo armadio – che contenga le oltre 4.700 canne – e la facciata. Perché quella originaria, quella dell’antico organo Walcker, è rimasta a Amburgo dove presto tornerà ad abbellire la ricostruzione dell’organo originario – quello del 1908 – per il quale la spesa prevista è di 3,38 milioni di euro.
Alcuni mesi fa l’organo Beckerath è stato smontato e trasferito a Münchberg dove, dopo un lungo lavoro di restauro, è stato pazientemente rimontato nella chiesa evangelica e tra circa un mese e mezzo inizierà ad accompagnare le celebrazioni con la sua musica, come annuncia la BR in un post sul suo account Ig.
Il restauro, la sostituzione di alcune canne d’organo e la costruzione della facciata (ossia della struttura esterna dell’organo) nonché l’installazione dell’intero strumento hanno un costo superiore a quello inizialmente previsto di 400mila euro. Ad oggi la spesa complessiva si aggira sui 750mila euro, di cui circa 300mila sono a carico dello Stato.
E così, in un periodo storico complesso, in cui in Germania a causa del drastico calo dei fedeli molte chiese vengono chiuse e gli organi messi in vendita sui forum online a prezzi a dir poco stracciati, a Münchberg la comunità parrocchiale si è rimboccata le maniche per trovare i fondi necessari alla copertura delle spese. “Abbiamo avviato un’iniziativa per il finanziamento delle canne – spiega il pastore Christian Höllerer – con una vasta gamma di importi. Si va da un contributo di 40 euro a uno più importante a quattro cifre”. È stata inoltre fondata un’associazione con lo scopo di raccogliere le donazioni: 240mila i fondi finora raccolti. Il pastore Höllerer è fiducioso. Ad oggi mancano all’appello ancora 190mila euro, che arriveranno grazie alle donazioni.
E mentre la comunità si dà da fare per raccogliere fondi, all’interno della chiesa c’è chi, armato di spazzolino da denti, è all’opera per far sì che l’organo possa “esprimersi” nel miglior modo possibile.
La costruzione di un organo è un lavoro complesso, che richiede mesi, se non anni. E in questo lungo lavoro, fatto di progettazione e tanta artigianalità, la fase più delicata è quella finale. L’ultimo chilometro, per dirla in termini sportivi. Ed è proprio quella che vede ora impegnati il costruttore di organi Rolf Miehl e il suo collega Sung-Eun Kwan, che stanno testando, con certosina pazienza, il suono e l’intonazione di ciascuna delle oltre 4.700 canne. Per quelle in metallo l’intonazione viene aggiustata con uno speciale martello e uno strumento da incisione. Ma trattandosi di un lavoro millimetrico, molto delicato, a volte è più efficace e utile un semplice spazzolino da denti (link). “Un pennello ha solo una superficie di applicazione sottile. Non funziona, perché la pressione esercitata dalla mano diminuisce – spiegano –. Con uno spazzolino da denti, invece, la pressione rimane costante”.
Fino al prossimo 18 ottobre – giorno previsto per l’inaugurazione – Miehl rimarrà seduto alla consolle e proverà una canna dopo l’altra, per verificare se è intonata, se è crescente o calante e se il suo suono si integra bene con le altre. Ogni singola modifica la comunica attraverso un walkie-talkie al suo collega che, dall’interno dell’organo, provvede a fare gli opportuni aggiustamenti. E così fino a quando, l’organo suonerà per la prima volta durante la messa di inaugurazione.
“Qui questo strumento può esprimersi meglio che in una sala da concerto – afferma soddisfatto Rolf Miehl –. A causa dell’acustica secca della sala da concerto di Amburgo, questo organo non ha mai potuto suonare come avrebbe potuto. E grazie alla fantastica acustica di questa chiesa, lo farà per la prima volta dal 1949”.