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Rubriche | Lettera 35 - Cronache da un'economia umana

lunedì 4 Giugno 2018

Un trimestre con l’Inps: come sta la nostra Italia?

Dati alla mano, tiriamo un primo bilancio del 2018 e delle previsioni per il futuro partendo dalle cifre dell'Inps.

Gianluca Salmaso

Visti i chiari di luna, non va poi così tanto male. A guardare i dati del primo trimestre 2018 resi disponibili dall’Inps, sono molti i segni positivi che lasciano ben sperare, pur nell’incertezza generale.

Le assunzioni sono in aumento del 15,2% sullo stesso periodo dell’anno scorso, con tutte le tipologie di contratti in netto aumento a doppia cifra tranne i contratti a tempo indeterminato che registrano una crescita più contenuta, nell’ordine del 5%. Va meglio grazie alle stabilizzazioni dei contratti precari, cresciuti di 50 mila unità nel trimestre.

Pesano sempre meno gli incentivi alle assunzioni: se nel 2016 il 44% dei nuovi contratti a tempo indeterminato aveva tratto giovamento da forme di incentivazione, nel primo trimestre 2018 il valore è stato del 22%, inferiore anche a quello registrato nello stesso periodo del 2015. Su 126 mila rapporti agevolati registrati nel trimestre, circa 23 mila hanno riguardato i giovani.

Destano preoccupazione, invece, i dati relativi ai lavoratori occasionali: 36 mila unità con un salario medio di 260 euro. Non va bene neanche per chi è assunto attraverso il libretto di famiglia, sostituto dei voucher per il pagamento di colf e badanti: solo 5.000 impiegati e uno stipendio mensile di poco superiore ai 320 euro.

Aggiornati anche i dati relativi ai pensionati: sono  406.942 le pensioni liquidate da prima del 1980. Per festeggiare il traguardo dei 38 anni di pensione, chi oggi lasciasse il lavoro in regola con i criteri anagrafici dovrebbe aspettare il 105° compleanno. 

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