Chiesa | MondoUn pomeriggio al mese, per 4 ore, il 54enne Franz Jung – che di “professione” fa il vescovo di Würzburg – lascia le insegne episcopali e indossa il gilet blu dei volontari della Bahnhofsmission.
Le sue porte sono sempre aperte a tutti, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, da oltre 120 anni. Perché il bisogno non conosce orari.Centinaia sono le persone che ogni anno varcano la soglia della Bahnhofsmission di Würzburg, al binario 1 della stazione ferroviaria della città bavarese. A tutti vengono offerti una tazza di the caldo, una fetta di torta o un panino, biancheria pulita e oggetti per l’igiene personale. Ma prima di tutto vengono offerte accoglienza e umanità, due cose fondamentali quando vivi così tanto al margine della società da divenire parte integrante di una cornice a cui nessuno più dà attenzione.A prestare oggi servizio nella Bahnhofsmission ci sono una cinquantina di persone, tra dipendenti e volontari, che si alternano nei vari turni. E tra i volontari ce n’è uno molto particolare.
“Vuoi essere sempre accogliente e misericordioso, nel nome del Signore, verso i poveri e tutti i bisognosi di conforto e di aiuto?”.Tra tutti i “Sì, lo voglio” pronunciati da mons. Franz Jung il 10 giugno 2018 nel duomo di S. Chiliano, questo è quello che gli è sempre rimasto più impresso nel cuore, come una domanda che torna insistentemente a interrogarti e alla quale non riesci a dare risposta.Un anno fa mons. Jung incontra Michael Lindner-Jung, che da 38 anni gestisce la Bahnhofsmission di Würzburg, e comprende come dare risposta a quella sua domanda ricorrente.Un pomeriggio al mese, per 4 ore, il 54enne Franz Jung – che di “professione” fa il vescovo di Würzburg – lascia le insegne episcopali e indossa il gilet blu dei volontari della Bahnhofsmission. Volontario tra i volontari, senza distinzione alcuna.
