Idee
Un’anomala discesa in pianura. Manca l’erba in quota: le vacche anticipano la transumanza
La mancanza di acqua riduce anche la produzione di latte e formaggi
IdeeLa mancanza di acqua riduce anche la produzione di latte e formaggi
In Altopiano, la cosiddetta “demonticazione”, cioè il trasferimento dei capi dai pascoli su in quota alle valli pianeggianti solitamente avviene a fine settembre. Il 2022, o meglio i primi giorni di agosto verranno ricordati come quelli della transumanza anticipata. Semplice: non c’è l’acqua. «L’assenza di pioggia e la scarsa neve di questo inverno – spiega Davide Nicoli, 34 anni, gestore di Malga Serona – hanno portato a un consumo eccessivo del cotico erboso. La vacca da latte mangia un’erba che, a causa della scarsità di acqua, dell’eccessivo sole, del troppo vento, non riesce a ricacciare, ovvero ricrescere. Tutto, nella stagione estiva, dipende da un pascolo fertile, da pozze d’acqua piene, dai fiori che crescono, elementi che quest’anno non abbiamo». In queste settimane la famiglia Nicoli, che dal 2013 gestisce Malga Serona e fa parte del Giro delle malghe del Comune di Caltrano, anche a causa del mancato allacciamento all’acquedotto, ha dovuto risolvere l’approvvigionamento idrico con il trasporto di cisterne d’acqua in malga per poter abbeverare gli animali.
«Ci siamo presto accorti del calo nella produzione di latte – prosegue Davide – Dai 12 quintali al giorno, ottenuti da due mungiture, siamo arrivati a otto. Cala, in proporzione, anche la produzione di formaggio e la qualità: riportare le vacche in stalla significherà per noi un grande danno economico, arriveremo a perdere la produzione di due mesi, per una media di sette forme al giorno. Ma anche per i nostri capi non sarà facile: in quanto animali abitudinari, vi saranno scompensi metabolici notevoli legati allo stress da cambio di alimentazione, di ambiente, di clima. Alle malghe si riconosce il merito di occuparsi del mantenimento degli ecosistemi in montagna migliorando la biodiversità vegetale, tamponano il dissesto idrogeologico con la loro gestione: «Si demonizza un settore, quello dell’allevamento, incolpandolo di insostenibilità, e dimenticando che fa un grosso servizio al territorio. Qui siamo chiamati tutti a consapevolizzarci e a un consumo minore, ma migliore, dei prodotti alimentari per il bene nostro, dei nostri animali, dell’ambiente tutto», conclude Davide.