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Università. Diocesi e Bo, saperi in sinergia
Punti imprescindibili nella storia passata di Padova, oltre le divergenze. Chiesa e Università oggi continuano a dialogare per costruire il futuro della città
IdeePunti imprescindibili nella storia passata di Padova, oltre le divergenze. Chiesa e Università oggi continuano a dialogare per costruire il futuro della città
Chiesa a università: due componenti fondamentali di una città che, come Padova, da secoli unisce alla fama di capitale della cultura e della scienza anche quella di importante centro religioso. Due anime che nel corso dei secoli non sempre sono andate d’accordo, ma che con le celebrazioni dell’ottocentenario dalla fondazione dell’ateneo cercano di dialogare sempre più strettamente. La Diocesi, infatti, celebra la ricorrenza con “Liberamente”, un ricco cartellone di eventi e di incontri, tra cui quello che giovedì 16 giugno vedrà protagonisti il vescovo Claudio Cipolla e la rettrice Daniela Mapelli, che a partire dalle 17.30 si troveranno all’interno del teatro Maddalene per confrontarsi sul tema della Patavina Libertas nelle sue declinazioni più attuali. «La rettrice e tutta la squadra di governo hanno molto apprezzato la scelta della Chiesa di Padova di organizzare un suo programma di iniziative – spiega Telmo Pievani, ordinario all’interno del dipartimento di Biologia dell’Università di Padova e delegato alla comunicazione e alla divulgazione scientifica dell’ateneo – Un bel segnale, non dovuto, verso un’istituzione laica come la nostra università». Un evento che sembra simboleggiare anche una rinnovata volontà di confronto e di collaborazione, che però affonda le radici nella storia stessa delle due istituzioni. Per Vittorio Berti, che a Padova è professore associato di storia del Cristianesimo, «l’università è fortemente collegata alla storia religiosa della città, soprattutto alle origini. Basti pensare che nel Medioevo le lezioni si tenevano spesso in chiese e conventi, così come ordini mendicanti e benefattori animati da spirito cristiano furono determinanti anche per la nascita, nell’attuale via San Francesco, del primo ospedale della città, snodo fondamentale per tutto il successivo sviluppo della scienza medica». Un rapporto stretto che inizia a entrare in crisi con la rivoluzione scientifica, che proprio a Padova ha una delle sue culle, per poi culminare in una rottura soprattutto in età postnapoleonica e con l’unità d’Italia: uno scontro simboleggiato da figure come quella di Roberto Ardigò, ex sacerdote e alfiere del pensiero laico e materialista, che per quasi 40 anni tra il 1881 e il 1920 a Padova tenne la cattedra di storia della filosofia. «Oggi, soprattutto dopo il Concilio Vaticano II, la Chiesa ha in parte cambiato il suo modo di rapportarsi con il mondo e ha sviluppato anche un diverso approccio verso la scienza – continuaBerti – Eppure in una città come Padova, con le sue memorie galileiane, i rapporti tra scienza e fede sono ancora un grosso nodo gordiano da sciogliere. Chiesa e credenti sono molto attivi dal punto di vista sociale, soprattutto nella cura degli emarginati e nel contrasto al disagio, ma per altri versi hanno ancora un ruolo assai marginale nel dibattito accademico e culturale. Una sfida su cui occorre riflettere: l’impressione è che si possa fare molto di più».
Anche perché i motivi e le occasioni per collaborare non mancano di certo. Per Telmo Pievani «ci sono attualmente almeno due grandi linee di convergenza tra laici e cattolici, sia a livello generale che nella nostra realtà di Padova: il grande tema ambientale e la lotta alle disuguaglianze. In questi ambiti è urgente trovare un’alleanza tra sapienze religiose e mondo della scienza, movimenti ecologisti e opinioni pubbliche, contro chi rallenta la transizione ecologica e rappresenta i grandi interessi economici. Sulla crisi ecologica, per esempio, è incredibile la corrispondenza tra quello che dice papa Francesco e quanto sostengono gli scienziati: un fatto positivo ma per certi versi anche un po’ preoccupante, perché vuol dire che la situazione è davvero drammatica». Certo le differenze tra mondo laico e cattolico rimangono, per citare un esempio, su bioetica e su diverse accezioni dei diritti fondamentali restano delle divisioni, ma, prosegue Pievani «il tema ambientale e quello sociale sono talmente enormi che tutti gli uomini e le donne di buona volontà devono allearsi. Come dice il papa, ma non solo lui, questi problemi pongono anche una grande questione antropologica: quella di ridefinire il rapporto tra uomo e ambiente. E i numeri non bastano più: oggi oltre alla scienza servono la letteratura, le arti e appunto le sapienze religiose. Ne abbiamo parlato con lo scrittore Amitav Ghosh quando è venuto a Padova proprio recentemente, riprendendo il tema a lui caro della “grande cecità”. Perché per 50 anni non ci siamo resi conto del disastro climatico e ambientale? Perché a lungo ci sono mancati il linguaggio, le metafore e l’immaginazione necessari».
L’incontro tra laici e credenti è insomma quanto mai necessario, e da questo punto di vista anche le celebrazioni per il “compleanno” dell’Università possono essere l’occasione giusta per favorirlo. Conclude Pievani:«Adesso siamo nel pieno delle celebrazioni e stiamo andando in parallelo, la Diocesi e noi, con i nostri programmi. Poi, finita questa sbornia di eventi, bisognerà mettersi a un tavolo e pensare alla Padova che verrà dopo l’ottocentenario. Che sarà comunque molto cambiata, con due siti Unesco e due nuovi musei tra cui il Museo della Natura e dell’Uomo, destinato a diventare il più grande museo scientifico universitario d’Italia». Sperando appunto che il dialogo non finisca ma continui e si infittisca ben oltre il 2022.
“Al servizio della libertà” è il nome dell’incontrodialogo tra il vescovo Claudio e la rettrice Daniela Mapelli, al teatro Maddelene, giovedì 16 giugno ore 17.30. Per partecipare, inviare conferma all’email liberamentechampions@gmail.com