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Veneto Agricoltura. Annata agricola tra luci e ombre
Veneto Agricoltura Diffusi i dati 2023 sulla campagna veneta
Veneto Agricoltura Diffusi i dati 2023 sulla campagna veneta
Il riassunto dell’annata agricola 2023 tradizionalmente proposto da Veneto Agricoltura a metà inverno ha mostrato dati in parte attesi: luci e ombre, legate alla situazione internazionale e alle condizioni climatiche. In realtà, il dato complessivo è positivo per il Veneto, con un valore stimato della produzione attestatosi a 7,9 miliardi di euro, ovvero 2,4 per cento in più che nel 2022. Se da una parte il peggioramento dei prezzi di mercato, che hanno avuto un trend di prevalente riduzione, hanno inciso parecchio, dall’altra si è assistito in vari comparti a un aumento dei quantitativi prodotti e laddove si è registrato un calo, in molti casi è stato bilanciato da un incremento dei prezzi. Dal punto di vista dell’andamento climatico l’annata è stata caratterizzata dalle elevate temperature estive e autunnali e dalla scarsità di pioggia dei mesi invernali che ha penalizzato le colture autunno-vernine; le gelate tardive primaverili invece avevano causato problemi alle colture frutticole, come le abbondanti piogge del mese di maggio e le forti grandinate estive. Entrando nel dettaglio, l’annata è stata negativa per i cereali autunno-vernini: l’aumento di ettari coltivati a frumento, grano duro e orzo si è scontrato con rese molto ridotte soprattutto a causa dell’andamento climatico. In crescita, si stima, solo la produzione di grano tenero. L’annata è stata invece positiva per le colture a semina primaverile, come il mais da granella, che al contrario ha visto un calo delle superfici coltivate ma un aumento delle rese per un totale di 1,4 milioni di tonnellate; qui però la riduzione dei prezzi ha penalizzato il fatturato. Meglio è andata per soia, colza e girasole. Annata positiva per la barbabietola da zucchero (articolo accanto), in ulteriore riduzione invece il tabacco. Annata infelice poi per il comparto frutticolo veneto, che vede tutte al ribasso le rese a ettaro delle principali colture: melo, pero, pesco, kiwi, ciliegio, olivo e anche uva. Chiaroscuri anche per le colture orticole, alcune danneggiate dal clima come asparago e fragole, dove si è osservata una sostanziale riduzione degli investimenti: in calo patata e radicchio ma anche le superfici coltivate a fragole, asparago, aglio, carote e meloni, in ripresa lattuga e zucchine. Tiene il comparto latte, che nel Veneto per i quattro quinti si trasforma in formaggi Dop. Male gli allevamenti, frenati dall’inflazione e dai costi di produzione. Secondo i dati Istat, nei primi nove mesi del 2023 sono state 59 mila le imprese agricole attive: è quindi continuato il calo delle aziende, soprattutto familiari, ma meno che nella media nazionale; 63.250 sono stati gli addetti attivi nello stesso periodo, in calo del 5,6 per cento. Da notare come diminuiscano soprattutto gli occupati maschi (meno 11,8 per cento), mentre invece aumentano le donne (più 31,5 per cento).