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Veneto. Il 2022 l’anno nero per le morti bianche
Uno sguardo all’anno concluso. Nel ’22 la nostra Regione è stata la seconda peggiore in Italia per infortuni mortali: 104 le vittime
FattiUno sguardo all’anno concluso. Nel ’22 la nostra Regione è stata la seconda peggiore in Italia per infortuni mortali: 104 le vittime
Tre infortuni mortali sul lavoro al giorno in Italia. Oltre 22 decessi alla settimana. È duro, disarmante ed eloquente, il bilancio delle morti bianche nel 2022 stilato dall’Osservatorio Vega Engineering, società di Mestre riconosciuta in materia di sicurezza sul lavoro. Da gennaio a novembre (ultimi dati a disposizione), sono stati 1.006 i lavoratori che hanno perso la vita, 722 infortuni mortali sul luogo di lavoro e 284 in itinere, cioè nel tragitto da casa alla sede operativa: cresciuti del 21,4 per cento rispetto allo scorso anno quando era ancora diffuso lo smart working. In Veneto a piangere sono 104 famiglie, sette vittime in più rispetto al 2021 (68 sul luogo di professione, 36 in itinere). La nostra Regione è la seconda in Italia per numero di decessi: «L’emergenza si aggrava sul fronte della sicurezza sul lavoro nella nostra regione – commenta Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio mestrino – Dati drammatici soprattutto considerando che da questi numeri, rispetto al 2021, sono quasi completamente spariti gli infortuni mortali per Covid. Per alcuni settori come quello delle costruzioni, le morti bianche sono passate da cinque nei primi undici mesi del 2021 a 15 nello stesso periodo del 2022». Maglia nera per il Veronese con 19 decessi, seguono Venezia (14), Vicenza (12), Padova (8), Belluno (6), Treviso (5) e Rovigo (4). Nei primi undici mesi dell’anno appena chiuso sono cresciute del 24,5 per cento anche le denunce di infortunio totali: erano 62.953 a fine novembre 2021, sono 78.371 nel 2022. Il Veneto, seguendo gli indicatori di rischio, negli ultimi due mesi è stato classificato in zona arancione ovvero quella in cui l’incidenza infortunistica è compresa tra il valore medio nazionale e il 125 per cento dell’incidenza media sempre nazionale. Ma quali sono i settori più critici? Nelle attività manifatturiere sono state segnalate 13.177 denunce, segue poi la sanità (10.637) trasporti (4.648) e costruzioni (3.952). È la provincia di Treviso quella in cui si registra il numero più alto di denunce totali di infortunio: 15.153; poi Vicenza (14.960), Verona (14.861), Venezia (14.278), Padova (13.434), Belluno (2.991) e Rovigo (2.694). Sono 30.909 le denunce delle donne e 47.462 quelle degli uomini. Le denunce dei lavoratori stranieri sono 17.573 (il 22,4 per cento del totale). A livello nazionale, la fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali rimane sempre quella tra i 55 e i 64 anni (273 su un totale di 722). Ma l’indice di incidenza più alto di mortalità rispetto agli occupati viene rilevato ancora tra i lavoratori più anziani, gli ultrasessantacinquenni, che registrano 92,2 infortuni mortali ogni milione di occupati.