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Veneto. Tempo di bilanci: turismo in ripresa, sale il disagio sociale. Reggono export e lavoro
Nel 2022, il Pil regionale segnerà più 4,2 per cento. Calano, invece, le nascite: meno 32,8 per cento rispetto al 2008
FattiNel 2022, il Pil regionale segnerà più 4,2 per cento. Calano, invece, le nascite: meno 32,8 per cento rispetto al 2008
Gli ultimi giorni di dicembre sono quelli che si caricano, oltre che di auspici per i giorni venturi, dei bilanci dell’anno che sta per chiudersi. Il 2022, oltre alla pandemia, si è confrontato con la guerra in Ucraina, le ripercussioni sociali, il rialzo dei prezzi energetici e delle materie prime. Un anno complesso, nel quale il Veneto ha provato a reggere l’urto come evidenziato, lunedì 19 dicembre, all’Università Ca’ Foscari di Venezia, nel rapporto statistico regionale 2022 che tiene conto dei dati del 2021 e di quello corrente. «Per il 2022 le cifre ci dicono che ci sarà una crescita del 4,2 per cento in termini di Pil, un dato ancora superiore rispetto alla stima del 3,8 per cento diffusa qualche giorno fa dalla Cgia – è la considerazione del presidente Luca Zaia – L’export regge bene toccando, nei primi nove mesi di quest’anno, un più 17,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021 assieme all’industria turistica che, dopo due anni segnati da restrizioni negli spostamenti, raggiunge, nell’estate, quasi i valori del 2019, l’anno dei record». Proprio nel turismo, infatti, gli stranieri stanno tornando più lentamente alle cifre precedenti alla pandemia di Coronavirus: nei primi otto mesi del 2022 sono più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2021, e registrano un meno 19,4 per cento di arrivi rispetto al 2019. I dati, ottenuti incrociando le valutazioni di Istat, Eurostat, Fondo monetario internazionale, indicano che la variazione degli investimenti è stimata a più 16,7 per cento, affiancata da una crescita dei consumi delle famiglie del 4,6 per cento; l’industria cresce del 12,8 per cento, le costruzioni del più 18,5 per cento, trainate anche dall’utilizzo dei bonus sull’edilizia, il terziario migliora del più 4,4 per cento. Delicato è, invece, l’aspetto sociale. Mentre in Italia circa un quarto della popolazione vive in condizioni di povertà o esclusione sociale e dispone di reddito di cittadinanza, in Veneto il disagio coinvolge il 16,9 per cento della popolazione residente, ma è in aumento ed è la grande incognita del 2023, alla luce dell’aumento di bollette, rate e più in generale del costo della vita. Perché la crisi non è solo energetica o climatica, ma anche demografica: 32.771 nascite in Veneto nel 2021, in leggera ripresa rispetto al 2020 dove si attestavano intorno a 32.672, ma è il 32,8 per cento in meno rispetto al 2008. Nascono meno bambini, ma calano anche le madri: tra il 2008 e il 2021 le donne in età fertile sono diminuite di oltre 174 mila unità. Crescono, invece, i residenti con cittadinanza straniera, passati in poco più di dieci anni dal 9,4 per cento al 10,5 per cento. Infine, il mercato del lavoro quali risposte sta dando? Nel secondo trimestre di quest’anno il tasso di occupazione è cresciuto tornando ai livelli pre pandemia con un valore del 67,7 per cento e con le assunzioni che superano del 30 per cento quelle registrate nel primo semestre del 2021. Cresce anche il numero delle lavoratici del 2,4 per cento.
La caccia mette in pericolo la migrazione dell’ibis eremita, animale in via di estinzione che transita in Veneto (avevamo raccontato la storia dei volontari soccorritori sulla Difesa del 18 settembre 2022). L’allarme è stato lanciato da un’interrogazione del consigliere regionale del Pd Andrea Zanoni: «Due giovani ibis, registrati con anello di riconoscimento, e parte di uno stormo di soli 15 membri, sono stati abbattuti a sud di Verona. Le radiografie hanno confermato la morte a causa di diversi pallini di fucile da caccia».