Fatti | Calcio Padova
Che fosse una partita difficile lo si sapeva: un Venezia ben organizzato, capace di colpire nei momenti chiave e di mostrare una superiore qualità tecnica e di palleggio, si è portato a casa i tre punti, lasciando il Padova con il cerino in mano. I biancoscudati, nonostante alcune occasioni create, non sono mai riusciti a trovare la via del gol.
In un’atmosfera segnata dal primo freddo invernale – ma che non ha scoraggiato gli oltre ottomila padovani presenti –, e con tifosi lagunari ridotti all’osso per il provvedimento di sicurezza che in settimana ha vietato ai nati nelle province di Venezia e Treviso l’accesso al settore ospiti, il Padova, falcidiato dagli infortuni, si presenta con Fortin tra i pali; Faedo, Sgarbi e Perrotta (capitano per l’occasione) in difesa; Ghiglione a destra, Barreca a sinistra, Herder in cabina di regia, affiancato da Fusi e Capelli; in attacco Seghetti e Bortolussi.
Il Venezia risponde con Stankovic in porta, Schingtienne, Franjic, Busio, Fila, Doumbia, Yeboah, Hainaut, Compagnon, Svoboda e Kiké Perez. Tra gli osservati speciali il Papu Gomez, accolto da una vera ovazione al suo ingresso nel secondo tempo.
La gara parte in un clima surreale, con lo stadio in silenzio per protesta. A prendere subito in mano le redini è la squadra di Stroppa, che fin dai primi minuti impone la propria superiorità tecnica e tattica, figlia anche dell’esperienza accumulata fino a pochi mesi fa in Serie A. Già al 2’ arriva la prima occasione: Yeboah calcia forte, Fortin risponde in angolo. Al 5’ prima chance per il Padova, con Faedo che prova da fuori impegnando Stankovic. Al 9’ il Venezia passa: Busio entra in slalom, salta due avversari e con un destro preciso colpisce l’angolino alla destra di Fortin.
Il Padova prova a reagire, ma imprecisioni e frenesia rendono l’assalto sterile: la squadra di Andreoletti finisce per sbattere contro il muro veneziano. Al 22’ Capelli imbuca per Barreca, che però calcia debolmente tra le braccia di Stankovic. Sul ribaltamento di fronte Compagnon serve Hainaut, che insacca il 2-0, ma in fuorigioco. Al 23’ cessa la protesta e l’Euganeo torna a cantare. Al 25’ è Ghiglione a far tremare gli ospiti con un tiro-cross insidioso. Al 31’ Compagnon chiama ancora Fortin alla parata. L’asse Barreca–Capelli, in quella sorta di 4-4-2 in costruzione, crea densità ma non vere palle-gol. Al 43’ ultima occasione veneziana del primo tempo: mischia su calcio d’angolo e Fortin che blocca. Dopo un minuto di recupero, Maresca manda tutti negli spogliatoi.
La ripresa si apre con un Padova propositivo ma poco concreto. Al 58’ doppio cambio: dentro Buonaiuto e Gomez (al debutto), fuori Ghiglione e Seghetti. Al 62’ Bortolussi riceve in area e gira verso la porta, ma Stankovic risponde presente. Un minuto dopo ci prova ancora Faedo dalla distanza: il portiere ospite si oppone. Al 65’ il Venezia trova il rigore: Yeboah viene steso da Barreca, è lo stesso attaccante a trasformare.
Al 73’ Harder lascia il posto a Crisetig. Al 79’ grande chance per il Padova: Buonaiuto calcia a colpo sicuro di sinistro, ma Stankovic neutralizza. Al 84’ Fusi svetta su corner ma colpisce alto. Nel finale il Padova attacca ma non punge. Sono sette i minuti di recupero: al 90’ Buonaiuto spara alta una punizione da buona posizione. Al 92’ Bortolussi controlla e tira al volo, ma Stankovic dice ancora no. Al 94’ Buonaiuto tenta una girata di tacco su corner, facile preda del portiere: la gara, di fatto, si chiude qui.
LE PAROLE POST PARTITA
Nel dopo-partita di Padova–Venezia, Matteo Andreoletti ha scelto di partire da un punto fermo: la consapevolezza del divario tecnico tra le due squadre. «Sinceramente pensare che il Padova possa esprimersi contro un avversario di questo livello in modo migliore di quello che ha fatto questa sera credo sia impossibile», ha spiegato. «Il gap tecnico è talmente evidente che mi sembra quasi ridicolo analizzarlo». Di fronte a una delle formazioni «oggettivamente più forti del campionato», il mister ha ribadito l’orgoglio per la prova dei suoi: «Ci hanno messo spirito, animo, tutto quello che serviva per provare a colmare quel gap».
Ha raccontato di aver abbracciato e ringraziato i giocatori nello spogliatoio: «Lo faccio poche volte, ma stasera era doveroso. Quando uno fa tutto quello che è nelle sue possibilità per mettersi in campo, posso solo essere orgoglioso».
Pur riconoscendo che «sui singoli episodi si può sempre fare meglio», Andreoletti ha insistito su un concetto: «Oggi i ragazzi si sono espressi al massimo, addirittura oltre le proprie possibilità». E ha indicato la strada per la salvezza: «Noi dobbiamo essere questa cosa qui tutte le partite. Quando non lo siamo, prendiamo gli schiaffi… e ce li meritiamo».
Anche gli ingressi di Buonaiuto e del Papu Gomez sono stati letti in un’unica chiave: «Chi indossa la maglia del Padova deve dare tutto. Il prerequisito è mettere il cuore davanti a tutto; poi viene la qualità».
Sulle tre sconfitte consecutive nessun dramma: «Siamo in Serie B, possiamo perdere tre partite. L’equilibrio deve essere la nostra caratteristica. Lo spirito visto oggi mi dà grandissimo ottimismo per il futuro».
È intervenuto anche Carlo Faedo, che ha analizzato con lucidità la partita: «È un gioco di squadra, non importa chi arriva alla conclusione: l’importante è creare, e oggi, nonostante le difficoltà, lo abbiamo fatto». Il difensore ha ammesso che il raddoppio subito «ha un po’ tagliato le gambe», ma la reazione c’è stata: «Il mister ci ha chiesto di finire orgogliosi. Continuiamo su questa strada, dando il massimo».
Sul momento negativo ha mantenuto calma e fiducia: «Stiamo raccogliendo pochi punti, ma lavoriamo tutti i giorni per svoltare. Continuando così sono sicuro che raccoglieremo ciò che ci aspetta».
Ha poi riconosciuto la natura dei gol subiti («Spesso derivano da un errore: dobbiamo analizzare e migliorare») e ha parlato dei primi minuti giocati in silenzio: «C’era una situazione particolare che non riguarda noi, ma non penso ci abbia penalizzato. L’approccio è stato giusto».
Ora testa a sabato prossimo, 29 novembre, quando il Padova sarà ospite del Pescara. Se con il Venezia era possibile mettere in conto una sconfitta – pur dolorosa –, quella dell’Adriatico è una sfida salvezza a tutti gli effetti, dopo il passo falso di Mantova. Non ci sono alternative: bisogna tornare a fare punti.