Mosaico
Vicenza. A Palazzo Montanari racconti di viaggi e di argille
VICENZA / A palazzo Montanari. La mostra racconta l’influenza greca sul Mediterraneo e punta anche sull’accessibilità
VICENZA / A palazzo Montanari. La mostra racconta l’influenza greca sul Mediterraneo e punta anche sull’accessibilità
Non è patrimonio dell’umanità, di tutti i popoli, di tutti gli individui, se un bene non è accessibile. Ed è questa la sfida che sta muovendo ultimamente, soprattutto in quest’anno ormai agli sgoccioli per i suoi 800 anni, l’Università di Padova affinché musei e siti culturali veneti siano sempre di più fruibili attraverso linguaggi diversi, anche inediti, che superando un ostacolo, una barriera, possano condurre al cospetto dell’arte e della storia. Un assaggio di quest’impegno che molto ha ancora da fare è alle Gallerie d’Italia di palazzo Montanari a Vicenza fino al 14 giugno: “Argilla. Storie di viaggi” è la seconda tappa del progetto triennale realizzato da Intesa Sanpaolo in collaborazione con il dipartimento dei Beni culturali dell’Università di Padova e alcuni tra i più importanti musei archeologici veneti. La mostra scientifico didattica, curata da Monica Salvatori, Monica Baggio e Luca Zamparo, con la valorizzazione di una ventina di produzioni antiche mette in luce il ruolo aggregatore del commercio della ceramica ateniese nel contesto del Mediterraneo. Testimonianza di questa contaminazione culturale e della diffusione del pensiero occidentale è la presenza cospicua di vaci greci e magnogreci ritrovati sul delta del Po, ma anche nell’entroterra, per la quale un ruolo fondamentale fu rappresentato dall’influenza politica e commerciale della Serenissima. Per avvicinare alla conoscenza del patrimonio custodito dalla rete territoriale dei musei archeologici del Veneto, mettendo insieme anche un nucleo prestigioso della collezione di 500 ceramiche antiche di Intesa Sanpaolo realizzate tra il VI e il III secolo a. C. e provenienti da Ruvo di Puglia (oggi esposte alle Gallerie d’Italia di Napoli), l’esposizione vicentina è stata progettata nell’ottica di eliminare le barriere architettoniche, motorie e sensoriali, che impediscono la piena fruizione da parte di persone con disabilità. Supporti audio e video in lingua italiana dei segni, ma anche riproduzioni tattili dei reperti (che ricalcano forma e texture) e un libro tattile sulla produzione dell’argilla realizzato da Elisa Lodolo diventano perciò strumenti inclusivi capaci di affascinare chiunque, oltre la disabilità. “Approdi”, la prima sezione del breve percorso espositivo, racconta l’arrivo delle ceramiche greche in Italia a testimonianza di spostamenti, commerci e influenze artistiche che si espansero in tutto il Mediterraneo: un esempio, il magnifico cratere a colonnette a figure rosse conservato al Museo dei Grandi fiumi di Rovigo che narra il mito del rapimento di Teti da parte di Peleo da cui si generò il grande Achille. Nella seconda sala viene descritto il rapporto unico tra l’area veneta e il mondo greco grazie al ruolochiave di Venezia, dei suoi scambi e della sua posizione nell’Alto Adriatico. L’hydria con placchette dell’ultimo quarto del IV secolo a. C. è l’unico esemplare che si conserva in Italia (musei civici di Bassano) e rappresenta una scena di caccia al leone con una coppia danzante. Per conoscere gli orari di apertura della mostra a ingresso libero, i laboratori e gli eventi collaterali: gallerieditalia.com
I reperti della mostra “Argilla. Storie di viaggi” provengono dal Museo archeologico nazionale di Adria e da quello di Venezia, dal Museo civico di Bassano del Grappa, dal Museo dei grandi fiumi di Rovigo, dal Museo di scienze archeologiche e d’arte e dal Centro d’ateneo per i musei dell’Università di Padova.