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Vino. La vendemmia 2020 sarà forse in anticipo
Una produzione leggermente inferiore al 2019, ma uve sane ovunque nel Veneto. Sui Colli euganei la siccità primaverile ha avuto un lato positivo nella minore presenza di patologie
MosaicoUna produzione leggermente inferiore al 2019, ma uve sane ovunque nel Veneto. Sui Colli euganei la siccità primaverile ha avuto un lato positivo nella minore presenza di patologie
Non è la produzione ma la risposta dei mercati la vera preoccupazione del comparto veneto del vino, un settore che dopo anni di primati rischia di trovarsi di fronte un importante ostacolo.
«Le difficoltà dovute alla pandemia per Covid-19 che stanno investendo l’intero settore agricolo – ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura, Giuseppe Pan, intervenendo al primo dei tradizionali tre focus sul vino promossi annualmente da Veneto Agricoltura con Regione, Avepa, Arpav, Crea-Ve e Università di Padova – per il comparto del vino possono diventare grandi preoccupazioni, visto che solo l’export vale oltre due miliardi».
Il commissario straordinario di Veneto Agricoltura, Alberto Negro, ha invece messo in luce come l’annata vitivinicola 2020 potrebbe dare grandi soddisfazioni ai produttori: «Al momento – ha spiegato – la situazione nei vigneti si presenta quasi ovunque buona sotto il profilo fitosanitario. Sarà quasi sicuramente una vendemmia anticipata rispetto al 2019 e soprattutto medio-alta sotto il profilo quantitativo».
La fotografia complessiva del settore l’ha fornita Diego Tomasi del Crea-Ve: per quasi tutte le varietà di uva presenti nelle diverse aree vocate del Veneto si può definire soddisfacente. Sui Colli euganei, in particolare, l’annata si prospetta buona dopo avere superato il problema siccità che aveva creato ansia in primavera: sugli Euganei non pioveva da fine marzo. Questa situazione ha avuto però un aspetto positivo: l’assenza quasi totale di patologie in vigneto, con la conseguente drastica riduzione di interventi fitosanitari. Si prevede comunque un calo di produzione dovuto tanto alla siccità quanto all’abbassamento delle temperature registrato a inizio aprile che ha interferito con il germogliamento, in particolare per i vini rossi.
Anche i vigneti dell’estesa area di produzione del Prosecco Doc (Glera), che festeggia il recente ampliamento della denominazione al Prosecco rosé e che si estende da Padova e Vicenza fino a Trieste, si presentano a oggi in buona salute. «I 180 quintali per ettaro previsti dal disciplinare – ha ricordato Andrea Battistella del Consorzio Prosecco Doc – dovrebbero essere raggiunti, nonostante una fertilità inferiore rispetto allo scorso anno, bilanciata dalle eccezionali maggiori dimensioni dei grappoli».
Situazione positiva anche nel Vicentino, in particolare per i vitigni a bacca bianca, Garganega e Sauvignon su tutti.